Roma

Mafia Capitale, svolta al processo. Politica e corruzione: la sentenza

Sentenza in arrivo per i primi pezzi da 'novanta' della politica romana coinvolti nell'inchiesta su 'Mafia Capitale'. Il Giudice per l'udienza preliminare Alessandra Boffi si pronuncerà sulle richieste di condanna avanzate nel giudizio abbreviato dalla Procura nei confronti di Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa della giunta Marino in quota Pd, e di Massimo Caprari, gia' capogruppo del Centro Democratico in Campidoglio: due anni e due mesi di reclusione sono stati sollecitati per il primo, due anni e tre mesi per il secondo. Entrambi rispondono del reato di corruzione al pari di Gerardo e Tommaso Addeo, gli ex collaboratori di Luca Odevaine (gia' componente del Tavolo di Coordinamento Nazionale per i richiedenti asilo) per i quali sono stati chiesti due anni e due mesi di carcere, e di Paolo Solvi (tre anni e mezzo), gia' braccio destro dell'ex presidente del Municipio X (Ostia), Andrea Tassone.

La posizione processuale piu' incerta e' quella di Ozzimo: i pm si sono espressi per l'assoluzione per una imputazione, quella legata all'asservimento della funzione pubblica (dopo il riascolto in aula, voluto dalla difesa, di una intercettazione in cui il presidente della cooperativa '29 giugno' Salvatore Buzzi, a differenza di quanto era stato trascritto, diceva a un altro indagato che Ozzimo "non prende soldi" dall'organizzazione), e per la condanna in relazione a un episodio di corruzione commessa per atti contrari ai doveri d'ufficio. "Io invece ho chiesto l'assoluzione di Ozzimo da tutte le contestazioni - ha spiegato l'avvocato Luca Petrucci - perche' sono convinto che sia assolutamente estraneo ai fatti addebitati. Lui (tornato in liberta' la vigilia di Natale, ndr) domani sara' regolarmente presente in udienza, come lo e' stato nelle precedenti udienze". Anche gli altri difensori hanno chiesto l'assoluzione dei loro assistiti.

Se si andra' a sentenza per i cinque imputati, il giudice Boffi decidera' pure sulla richiesta di patteggiamento concordata dalla Procura con le difese dei quattro ex dirigenti della cooperativa "La Cascina" accusati di corruzione nei confronti di Odevaine per ottenere l'appalto per la gestione del Cara di Mineo: al vaglio del gup ci sono le posizioni di Francesco Ferrara, Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita. Le pene vanno da due anni e otto mesi (Ferrara) a due anni e sei mesi di reclusione (gli altri tre).