Roma

Mafia Capitale, terza tranche dell'inchiesta: in 17 a giudizio, c'è Carminati

Terzo atto dell'inchiesta “Mafia Capitale”, Carminati c'è sempre. Raggi: “Sistema spalleggiato da chi ora ci attacca”

Mafia Capitale, terzo capitolo dell'inchiesta di Buzzi e Carminati: in 17 andranno a giudizio il prossimo 9 ottobre, e tra questi c'è anche l'ex Nar. E per il sindaco Raggi chi ora la sta attaccando “spalleggiava” il sistema.

 

Diciassette rinvii a giudizio e quattro proscioglimenti. Questa la decisione del gup di Roma sulla terza tranche dell'inchiesta “Mafia Capitale”. A processo, tra gli altri, l'ex Nar Massimo Carminati, già condannato in appello a 14 anni e mezzo nel filone principale. Il giudice ha fissato l'inizio del processo al prossimo 9 ottobre davanti alla seconda sezione del tribunale.

I reati ipotizzati a vario titolo sono: corruzione, estorsione, usura, bancarotta, turbativa d'asta, traffico di influenze illecite, trasferimento fraudolento di valori e finanziamento illecito. Il giudice ha dichiarato il non luogo a procedere per alcune posizioni tra cui quella dell'imprenditore Gennaro Mokbel e dell'ex direttore del quotidiano "Il Tempo", Gian Marco Chiocci. Per quest'ultimo, accusato di favoreggiamento, il giudice ha disposto il proscioglimento perché il "fatto non sussiste".

"Roma finalmente chiude con un pezzo di storia scritto da Mafia Capitale. Abbiamo chiuso anche gli ultimi residence ereditati dal contratto firmato a suo tempo da Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative ora in carcere. Non c’è più spazio per quel vecchio sistema che ha mangiato sulle spalle dei cittadini. Quel vecchio sistema, spalleggiato dai poteri forti, che ora ci attacca". Lo scrive la sindaca di Roma Virginia Raggi sul suo profilo Facebook.

"Il Comune aveva sottoscritto nel 2014 con il Consorzio Cooperative Sociali Eriches 29 - prosegue - un contratto per alcuni centri di assistenza alloggiativa temporanea Caat. La spesa complessiva è stata di circa 11 milioni di euro. Storia passata, ora guardiamo avanti. Questo risultato arriva dopo un intenso lavoro, portato avanti mese dopo mese all’interno della più ampia dismissione di tutte queste strutture: un sistema che oltre ad avere costi molto elevati per l’Amministrazione può rappresentare anche un rischio di ghettizzazione per le famiglie che vi si trovano".