Roma
Mafia Capitale, traballa la teoria del Mondo di mezzo. "Cocaina a un costanzo della tv"
Bufera durante la deposizione dell'ex comandante dei Ros
di Valentina Renzopaoli
Uno stralcio di conversazione mai pubblicata, depositata sui brogliacci delle intercettazioni ambientali poche righe sopra il brano che ha dato il nome all'inchiesta sfociata nel maxi processo Mafia Capitale, quello famosissimo sulla teoria del Mondo di Mezzo. Una chiacchierata tra Massimo Carminati, Riccardo Brugia e Cristiano Guarnera che, secondo la difesa dell'ex Nar, ribalterebbe completamente il senso della filosofica teoria del presunto sodalizio e tirerebbe in ballo pure un certo “Costanzo del mondo della televisione”, senza indicare se si tratti di un nome, un soprannome o un cognome.
A rileggere il testo dell'intercettazione ambientale al bar di via di Vigna Stelluti dell'11 gennaio 2013, è l'avvocato Ippolita Naso, legale di Carminati e Brugia, durante il contro esame del colonnello Stefano Fernando Russo, ex capo dei Ros di Roma. I tre stanno disquisendo sul mondo delle fiction, sulle figure “finte” della Banda della Magliana, e sui personaggi della televisione. A un certo punto, Brugia tira fuori un racconto su un certo “Costanzo delle televisione” che acquistava “roba, cocaina, droga” da un suo amico.
Brugia. “Ce stava un amico nostro (Alberto), certe volte io lo accompagnavo e lui mi diceva “Aspetta un attimo che salgo da sto ciccione de m...”, quello era un animale e gli portava mezzo etto a settimana”.
E allora Carminati spiega a Brugia, che sta parlando del suo amico spacciatore, che quello che lui sta raccontando è la teoria del mondo di mezzo.
Carminati: “Lo sai che c'è compà...ci stanno i vivi sopra i morti sotto e noi stiamo nel mezzo”.
“Carminati sta dicendo a Brugia che quando un personaggio che sta nel sovramondo, come quel Costanzo, personaggio del mondo della televisione, ha bisogno di qualcosa che gli può fare solo qualcuno che sta nel sottomondo, ovvero lo spacciatore amico di Brugia, i due mondi si incontrano”, spiega Ippolita Naso. “Una lettura diversa da quella data finora estrapolando solo una brano della conversazione che la decontestualizza dal testo”.
Dunque quella del “mondo di mezzo” non rappresenterebbe, come è stato scritto con fiumi di parole su tutti i giornali, il senso dell'organizzazione mafiosa messa in piedi da Carminati e dai suoi, ma soltanto una esemplificazione di quello che Brugia sta raccontando: questa l'interpretazione che ha dato l'avocato Naso e che fa traballare il senso dell'inchiesta, quella che vorrebbe gli accusati di Mafia Capitale al centro dei due mondi, come se fossero un terzo mondo trasversale. Secondo l'interpretazione della difesa, invece, il Mondo di mezzo, non sarebbe null'altro che quel mondo di intermediari tra i vivi (che stanno sopra) e i morti (il sottobosco malavitoso) con i secondi in versione di faccendieri o di intermediari che metterebbero in collegamento i due mondi. Insomma, una specie di società dell'intermediazione tra chi vuole comprare la droga, ad esempio, e non si rivolge direttamente agli spacciatori di strada ma chiede l'intervento di intermediari perché non può esporsi.