Roma
Mafia Capitale: truffa alla Marina Militare per falso rifornimento di gasolio
Militari collusi in cambio di denaro, viaggi, ipad e prostitute
La procura di Roma ha chiuso le indagini nei confronti di Massimo Perazza, Andrea D'Aloja e altre quattro persone coinvolte in una truffa da 7 milioni di euro ai danni della Marina Militare italiana.
Stando agli inquirenti, gli indagati avrebbero attestato la vendita di 9,6 milioni di litri di combustibile (gasolio a simbolo Nato F76, importato d Malta con navi libiche) in apparenza scaricato dalla nave Victory presso il deposito militare di Augusta (Siracusa) ma in realtà mai consegnato, perchè la Victory era naufragata nell'Atlantico nel settembre del 2013.
I pm Giuseppe Cascini, Mario Palazzi e Luca Tescaroli assieme all'aggiunto Paolo Ielo hanno notificato l'avviso di conclusione dell'inchiesta a sei persone: oltre a Massimo Perazza e Andrea D'Aloja, legali rappresentanti delle società Global Chemical Broker e Abc Petroli, gli avvisi di conclusione indagine sono stati notificati a tre militari della Marina (Sebastiano Distefano, Mario Leto e Salvatore De Pasquale) e al capitano di fregata Attilio Vecchi.
Associazione per delinquere transnazionale (radicata in Italia ma effetti sostanziali in Svizzera, dove venivano accreditati i bonifici bancari profitto dei reati, e in Danimarca), falso, sostituzione di persona, corruzione, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture sono i reati contestati, a seconda delle singole posizioni, dalla Procura.
Per i magistrati, Vecchi, intervenendo per evitare che la frode potesse essere scoperta, e i due militari Leto e Distefano, incaricati di redigere una falsa documentazione, anche sostituendosi ad altri colleghi, avrebbero ricevuto da Perazza e D'Aloja "indebite utilita'", tra somme di denaro, ipad, pagamenti del soggiorno in piu' occasioni al Visconti Palace Hotel di Roma, di un biglietto aereo, del noleggio di un'auto e delle prestazioni fornite da una prostituta.
Il punto di svolta delle indagini porta la data del 14 dicembre del 2014 quando il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza esegue alcune ordinanze di custodia cautelare. Perazza e D'Aloja, pero', si resero latitanti e vennero arrestati nel luglio dell'anno successivo dall'Interpol di Santo Domingo.
Il nome di Perazza, che per sostenere la latitanza utilizzo' un passaporto rimediato da un poliziotto (in pensione) del Commissariato Ponte Milvio, amico di Massimo Carminati, era emerso dalle carte su Mafia Capitale per i suoi contatti con Roberto Lacopo, gestore della stazione di carburante di Corso Francia, base di appoggio del gruppo che faceva capo all'ex Nar: e secondo una intercettazione telefonica, Perazza un giorno venne pestato da Riccardo Brugia, braccio destro di Carminati, per importanti somme di denaro che avrebbe dovuto restituire allo stesso Lacopo.