Roma

Mafia Capitale e Zingaretti. La doppia morale della sinistra

di Potito Salatto *

Quando Berlusconi definiva un complotto nei suoi confronti l'accanimento giudiziario di certa magistratura, la sinistra (il PD in particolare) reagiva violentemente a favore di chi indagava sul Presidente del Consiglio di allora. E lo faceva con toni accesi ed indignati,p onendosi come alfiere della moralità, della trasparenza "senza se e senza ma".
Dopo Mafia Capitale,per non parlare di altre vicende, meno eclatanti ma certo non irrilevanti,che investono rappresentanti del PD,c on Marino che si atteggia da moralizzatore vittima di assalti mediatici nei suoi confronti, oggi e' la volta della Regione Lazio,con il suo Presidente Zingaretti che fa altrettanto, definendosi" vittima di chi non vuole il cambiamento" da lui realizzato.
A parte il fatto che ancora nessuno di noi ha compreso di quale cambiamento si parli, anche se le vicende giudiziarie riguardano persone vicine ai vertici istituzionali (Comune, Regione) come mai non vale più la regola del "non poteva non sapere" che tante vittime ha mietuto nel corso di Tangentopoli?
E ancora: come mai un Capo si circonda di (presunti allo stato attuale) malfattori dimostrando una assoluta incapacita'nel gestire il potere e nell'affidare incarichi delicati?
Siamo alle solite: la doppia morale della sinistra ormai è diventata talmente paese che i cittadini la subiscono passivamente non andando a votare o votando ,quale unica forma di protesta, il Movimento 5 Stelle.
Posizioni comprensibili che dimenticano, però, che il non voto agevola chi fa politica non per servire ma per servirsene e che Grillo cresce nei consensi degli arrabbiati senza avere un programma positivo da proporre in alternativa. Il che significa cadere "dalla padella nella brace". Auguri.


* Vicepresidente Popolari per l'Europa