Roma
Malagrotta, “tutti in ferie”. Senza manutenzione è un'eco bomba armata
L'amministratore giudiziario ferma le manutenzioni della discarica. Conti in rosso e l'idea di scaricare i costi sullo Stato

Malagrotta, “tutti in ferie”. Senza manutenzione è un'eco bomba armata
C'era una volta Malagrotta, la mega discarica che ingoiava rifiuti e produce denaro, ma quella che doveva essere la “Città delle industrie ambientali”, confiscata a Manlio Cerroni e affidata a un'amministratore giudiziario, è diventata una fabbrica di debiti.
Conti in profondo rosso dopo anni di utili
Con i conti in profondo rosso, i 29 operai e tecnici che dovrebbero garantire la manutenzione minima dell'impianto, dal recupero del percolato, sino alla gestione del biogas, dopo uno sciopero ora sono stati andati in ferie forzate.
Si apre uno scenario da incubo
E si apre uno scenario da incubo perché tutti i residui dei rifiuti che finora erano sotto controllo rischiano di fuoriuscire dal “contenimento”e infilarsi nel terreno sino alle falde. La realtà economica della gestione di Malagrotta è davvero in crisi: dopo il rogo del Tmb1, l'unico contratto attivo è quello con l'Ama per il Tmb1 che è stato artatamente trasformato in un tritovagliatore, cioè un impianto che tritura i rifiuti e che poi devono essere mandati fuori per il trattamento vero e proprio. Dall'altra parte l'amministratore giudiziario deve invece sostenere i costi della manutenzione e così c'è chi sostiene che stia tentando la carta di scaricare il costo dei lavori sulla gestione commissariale del generale Vadalà, che dovrebbe invece curare la bonifica dell'impianto sino alla sua chiusura tombale.
Scaricare i costi sulla gestione del commissatio alla Bonifica
Le ferie obbligatorie per gli addetti alla manutenzione sono un'espediente che non permette alcun vantaggio economico ma rappresentano una minaccia reale per l'ambiente. Insomma un pressing per scaricare tutti i costi sullo Stato e tenersi il contrattino con Ama.
Così si mette l'intera area di Valle Galeria a rischio.