Maltempo, Fregene muore inghiottita dal mare. Crolla lo stabilimento La Nave
Gli operatori balneari: “Istituzioni assenti, siamo finiti. La stagione è a rischio"
di Valentina Renzopaoli
Fregene Sud rischia di scomparire, un chilometro di costa divorato dalle mareggiate, decine di stabilimenti a rischio crollo. E la Regione rimane in silenzio.
Migliaia di sacchi di juta, tela e plastica sono stati utilizzati per tentare di arginare il mare che avanza, inghiottendo metro dopo metro, l'arenile finora sopravvissuto. Una barriera fai da te che non impedisce alla furia delle acque di divorare spiaggia e aggredire gli stabilimenti. I sacchi, presi in prestito dalle aziende agricole della vicina Maccarese, sprofondano con le mareggiate e poi vengono portati via dalle onde.
Intanto gli stabilimenti crollano: lunedì sera è venuta giù la terrazza della stabilmento La Nave, uno dei simboli di Fregene. Le onde hanno scavato sotto i piloni e la tettoria si è accortacciata su se stessa, il cemento si è sfaldato, tutta la struttura è seriamente compromessa. “La protezione a distanza che avevano messo a spese nostre non ha retto ed ora dovremo rimediare con degli interventi urgenti mettendo di nuovo mano al portafoglio”, spiega il titolare de La Nave Cristiano Sequi.
Ma a rischio è tutto il litorale sud di Fregene: circa un chilometro di spiaggia che va dal Canale delle Acque Basse, al confine tra Focene e Fregene, fino allo stabilimento La Vela. E il problema sta iniziando a interessare anche la zona più centrale della località turistica. In sette anni il mare ha inghiottito circa 80 metri di spiaggia.
“Non siamo al collasso, siamo proprio finiti”, si sfoga Luca Pacitto del Point Break. “Il disastro a cui siamo arrivati mette in serio rischio l'apertura degli stabilimenti. Siamo alla vigilia della primavera e ad oggi nessuno si è mosso. Sono mesi, anzi anni che denunciato questo disastro ma dall'assessorato al Demanio della Regione Lazio ci continuano a dire che non ci sono soldi e che dobbiamo sbrigarcela da soli, nonostante noi siamo concessionari di un suolo demaniale e la manutenzione spetterebbe alle istituzioni. Quello che possiamo fare è continuare a bonificare a spese nostre i detriti delle strutture che si sgretolano e che stanno crollando.”, dice ancora Pacitto.
E ora la stagione estiva è in pericolo: un centinaio di famiglie rischiano di rimanere senza lavoro, e la spiaggia che ogni estate è méta di circa 40mila romani e turisti potrebbe non aprire proprio i battenti.
“E’ uno scandalo, la Regione è immobile. Dopo che abbiamo chiesto una serie di interventi abbiamo avuto solo procedure. I soldi li hanno, li spendessero. Col sindaco stiamo andando proprio ora vedere cosa è successo”, ha dichiarato Angelo Caroccia, assessore Lavori Pubblici Fiumicino.
Iscriviti alla newsletter