Roma
Manlio Cerroni assolto da tutte accuse, piange per l'emozione. Pm "demolito"
Il Tribunale di Roma “Associazione per delinquere per il traffico dei rifiuti mai esistita”
di Valentina Renzopaoli
Manio Cerroni assolto dalle accuse, da tutte le accuse di quello che era stato definito il maxi processo a trent'anni di storia di gestione dei rifiuti di Roma e che ha avuto, come prima conseguenza, quella di far fuori dalla scena, non solo romana, il “sistema Cerroni” e immediatamente dopo, quella di aver fatto piombare la capitale nell'emergenza monnezza.
Non e' mai esistita un'associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti solidi e urbani a Roma e nel Lazio. Lo ha stabilito, dopo otto ore di camera di consiglio, la prima sezione penale del tribunale di Roma che ha assolto, per non aver commesso il fatto, Manlio Cerroni, l'ex patron della discarica di Malagrotta, dall'accusa di essere capo e promotore di un sodalizio criminoso che si e' arricchito smaltendo il rifiuti sin dagli anni Cinquanta in un regime di assoluto monopolio. Assoluzione anche per gli altri imputati, l'ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi, e poi Francesco Rando, amministratore unico di molte imprese riconducibili allo stesso Cerroni, Luca Fegatelli, gia' dirigente dell'Area Rifiuti della Regione Lazio, Giuseppe Sicignano, gia' supervisore delle attivita' operative condotte presso gli impianti di Cecchina, Raniero De Filippis, ex capo Dipartimento del territorio della Regione Lazio e Piero Giovi, anche lui socio di imprese e storico collaboratore di Cerroni. Estinti per prescrizione i reati fine, come il traffico illecito di rifiuti e la frode in pubbliche forniture.
Una sconfitta sonora su tutta la linea per il piemme Alberto Galanti, demolita totalmente la linea accusatoria e un'inchiesta durata dieci anni. Il pubblico ministero aveva chiesto 6 anni di carcere per Cerroni, 5 per Bruno Landi e Francesco Rando, amministratori “in associazione” col supremo della sua galassia di imprese monnezzare. Due anni per il dirigente regionale Luca Fegatelli e altri 2 anni per Raniero De Filippis, anche lui dirigente regionale apicale. Infine, il direttore tecnico degli impianti di Cerroni, Giuseppe Sicignano, secondo l'accusa avrebbe meritato 4 anni di carcere.
“Ci mancava altro che condannare me, dopo tutto quello che ho dato a Roma”, ha commentato emozionato Manlio Cerroni che non ha trattenuto le lacrime per la gioia.
"Non chiedevo il premio ma il castigo proprio no, dopo tutto quello che ho fatto nella vita e per Roma, che ho amato tanto. Sapete quante volte ho detto 'ditemi, che io la sistemo'". E adesso l'ex patron della discarica piuu' grande d'Europa che cosa fara'? "Continuero' a fare quello che ho sempre fatto, voglio morire lavorando - ha aggiunto -. Cerco solo di lavorare, produrre, fare bene perche' questo Paese ne ha bisogno. Io so come abbiamo fatto, questo paese era Amatrice era nel '44 e nel '45...".