Roma
Maria Elena Boschi è cittadina romana. Terzo Polo, da Roma il sogno del 10%
All'Auditorium della Conciliazione Italia Viva diventa Renew Europa che parte da Renew Roma. Sul palco Nobili, Giachetti, Boschi e Tidei
Il 10 per cento come obiettivo elettorale Maria Elena Boschi che si autoproclama cittadina di Roma. Matteo Renzi ex Rottamatore, all'Auditorium della Conciliazione sceglie una bollente serata romana di fine estate per indossare l'abito del Rinnovatore partendo proprio dalla città che con li progetto del Termovalorizzatore ha segnato la fine del Governo Drgahi.
Renew Europa poggia le sue basi su Renew Roma e la platea strabordante di fan dà l'idea di un movimento-partito che con Carlo Calenda punta in alto. Molto in alto rispetto ai sondaggi, verso quella quota 10 per cento basata sul consenso della classe media italiana, professionisti, partite iva, docenti universitari, avvocati, tanti giovani laureati in cerca di speranza, marginalizzati dal fenomeno delle desertificazione sociale cha ha impoverito quello che una volta era il ceto produttivo e aumentato a dismisura poveri e nuovi poveri.
Renew Europa diventa la casa dei moderati riformisti
L'Italia Viva di Renzi entra di diritto tra i “moderati riformisti” anche se fatica ancora un po' a togliersi il profumo del Pd: l'ex segretario Dem si porta sul palco pezzi importanti della sinistra romana: gli ex rutelliani e indomabili Luciano Nobili e Roberto Giachetti ma anche l'ex Pd Marietta Tidei che affonda subito contro la Regione Lazio e la “moratoria delle rinnovabili” dell'assessore a Cinque Stelle Roberta Lombardi e fa capire chiaramente che dal 26 settembre Italia Viva entra in campagna elettorale per le Regionali del Lazio del '23. Perché se i sondaggi dicono che il Pd non ce la farà il 15, la spallata definitiva potrebbe arrivare proprio dal Lazio dove il voto si prevede a marzo. Potenza degli incroci elettorali, ciò che partito da Roma col Termovalorizzatore galeotto, potrebbe finire proprio a Roma, col Pd che rimarrebbe isolato a guardia del “fortino Capitale” e nulla più.
La Boschi si cimenta coi collegi romani
E poi c'è Maria Elena Boschi. Candidata in due collegi plurinominali giallorossi, la frontwoman annuncia che voterà a Roma e che in latino perfetto si autonomina “cittadina di Roma”. E si becca un diluvio di applausi con l'autoricarica quando parla a Giorgia Meloni da donna a donna e dice: “Se Meloni diventasse presidente del consiglio sarebbe una novità straordinaria ma nessuna rottura del tetto di cristallo potrà portarci a stare con chi si dice patriota ma non fa gli interessi dell’Italia. Tu cara Giorgia in Europa fai gli interessi di Orban e noi dell’Italia, tu dicevi meglio Putin di Renzi, fai finta di essere cambiata: se vinci, noi saremo sempre all’opposizione”.
I siluri a Conte e Letta
Ma la platea era già calda perché Matteo il Rinnovatore aveva mandato due siluri diretti il primo a Erico Letta, il secondo al Giuseppe Conte: “Letta dice: 'Calenda e Renzi vogliono distruggermi. No tranquillo, stai facendo tutto da solo'”. Quindi ai Cinque Stelle rivela: “Conte è come il telefonino, è uno di quelli a cui devi fare l’aggiornamento perché cambia idea ogni sei mesi. Era sovranista poi ha incontrato Bettini ed è diventato progressista. Lui che ha firmato i decreti Salvini è progressista e noi che abbiamo fatto le unioni civili siamo conservatori”.
Il foundraising con Romiti e San Mauro
Finisce tutto con un impegno a cena con un gruppo di sostegno i Dreamers dell'avvocato e professore universitario Cesare San Mauro e dell'ingegner Piergiorgio Romiti che credono nel Terzo Polo, convinti che Renzi-Calenda sappiano meglio rappresentare quelle istanze congiunte del cattolicesimo popolare e dell'area liberal riformista. Oltre all'impegno sul campo e alla progettualità “I sognatori” hanno messo mano al portafogli e dato un sostegno alle spese elettorali.
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