Roma

Marino asfalta il Pd: "MI hanno fatto fuori perché ho tolto il poltronificio"

di Franco Pasqualetti

Dal ciclo dei rifiuti alla meritocrazia tante le bordate sparate dall'ex sindaco: "Mi chiamano marziano perché punto alla meritocrazia, il Pd no"

Ignazio Marino non le manda a dire e in un'intervista a Massimo Formigli asfalta letteralmente il Pd, la dirigenza Dem e, naturalmente il sindaco di Roma. Il lancio della sua candidatura alle Europee con Alleanza Verdi Sinistra si apre all'insegna delle cannonate.

"Contro di me c'è stata un'imboscata, il motivo? Io volevo mettere nelle dirigenze di Acea, Ama e in tutti i punti chiave per la gestione della città persone qualificate, il Pd era contrario al merito".

Un macigno

Altro che sassolino nella scarpa: il marziano spara bordate come fossero gavettoni. Quando arriva la domanda fatidica sul Pd si aprono le dighe: "Nel Pd il gioco delle correnti comanda tutto - dice - basti pensare che prima di lanciarmi nell'avvenutura con Allenza Verdi Sinistra sono stato contattato dal Pd, da persoine molto vicine a Elly Schlein che mi hanno chiesto se avevo intenzione di parlare di un possibile futuro con la nuova segretaria. Ho detto che non avevo problemi avvertendo che quando la cosa fosse arrivata ai capicorrente non  se ne sarebbe fatto più nulla. Il risultato? Non mi ha più chiamato nessuno. Se il Pd avesse ordito un complotto contro di me? Dico che le intercettazioni telefoniche fatti alle persone vicine alla sindaca Raggi hanno evidenziato come tutti le dicessero di cambiare la scorta perché erano stati loro a creare un dossier ad hoc commissionato dal Pd, fate voi".

Ama e Acea

"Il vero problema del Pd a Roma è che ci sono delle aziende come Ama e Acea su cui la politica vuole decidere le poltrone senza pensare al merito. Mi hanno ribatezzato il marziano perché ho sempre lavorato per trovare il massimo delle competenze, la politica sceglie chi è più fedele al capopartito".

Il termovalorizzatore

"Leggo che la Procura ha iniziato un'inchiesta prima che fosse posata la prima pietra - dice Marino - io sono per la chiusura del ciclo dei rifiuti con qualsiasi cosa che non sia il termovalorizzatore. L'Europa ha già annunciato la messa a bando dei termovalorizzatori entro il 2030, qui se ne costruisce uno ex novo che sarà pronto per il 2026 e quindi sarà "regolare" per quattro anni. Si rientra nella solita vicenda italiana del far finta di niente, sperando che l'Europa non se ne accorga e poi si pagano multe su multe per le infrazioni".

Roma, che disastro

L'ex sindaco spara a zero pure contro la Roma targata Gualtieri: "Roma dovrebbe essere una città più moderna in cui la bellezza e l'eleganza dominano il resto. Faccio un esempio: avrei voluto, quando ero sindaco, togliere tutte le pubblicità di carta sui cartelloni per mettere dei rulli a led. Il Comune avrebbe incassato molto di più e  sarebbe stato risolto il problema degli impianti abusivi. Non fu mai fatto. Poi mi recai in Uzbekistan e loro li hanno. Roma ha bisogno di una spinta che oggi non vedo".

 

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