Roma
Marino Bis: pochi lo vogliono. Crolla il Pd, Marchini convince
di Fabio Carosi
Ignazio Marino di nuovo sindaco di Roma? Lo rivorrebbe solo il 15 per cento dei romani, mentre il 32 per cento è pronto ad eleggere un sindaco Cinque Stelle. E poi cè una sorpresa nel centrodestra: a dispetto della frammentazione del Pdl, l'eventuale aggregazione di Lega Nord più Fratelli d'Italia, Forza Italia e Ncd può tentare il colpo di arrivare al ballottaggio forte di in 27 per cento che supera di 7 punti il Pd.
Sette giorni dopo le dimissioni di Marino - formalizzate poi lunedì scorso - è questa la nuova mappa della politica romana che si prepara ad affrontare una lunghissima campagna elettorale che partirà il 3 novembre e si concluderà a maggio inoltrato. "E' un'istantanea fedele realizzata a partire dal giorno dopo la bufera delle dimissioni - spiega il direttore di Termometropolitico, Gianluca Borrelli - i lettori di affaritaliani.it e gli ascoltatori di RadioRadio hanno votato in massa e hanno restituito un'immagine "a caldo" di ciò che è maturato dopo lo shock del sindaco che ha rassegnato nella bufera le su dimissioni".
Ma vediamo cosa hanno risposto gli oltre tremila romani che hanno cliccato il sondaggio di Affaritaliani.it e RadioRadio in collaborazione con Termometropolitico che però hanno generato solo 1500 voti ritenuti un campione valido e attendibile.
Partiamo dai candidati indicati nelle ore successive all'addio al Campidoglio. Se si votasse ora, l'uomo o la donna del Movimenti Cinque Stelle al primo turno prenderebbe il 32 per cento dei consensi, seguito da Giorgia Meloni con un'incredibile 20 per cento (giovedì però ha formalizzato il suo no) e da Alfio Marchini che super adi 2 punti (17%) il risultato di Marino nella configurazione "bis". A seguire il democratici Giachetti e Gentiloni con il 5 e il 2 per cento e il presidente dell'Anac Raffaele Cantone con l'1 per cento. Da segnalare che l'8 per cento dei votanti non ha trovato indicato il candidato che vorrebbe.
Il quesito sulle primarie parla chiaro: le vorrebbe il 53%, mentre è contrario il 29%. "Non sa rispondere" il 18 per cento del campione.
Sul fronte invece del gradimento dei partiti, il Cinque Stelle si conferma in testa con il 32 per cento, seguito dal Pd al 20, Fratelli d'Italia all'11, Lega Nord al 10, Forza Italia ridotta al 5 per cento, Sel al 3 e Ncd all'1. Anhe in questo caso il sondaggio dà un risultato che fa pensare: il 12 per cento dei votanti gradirebbe una lista civica indipendente e slegata dai partiti tradizionali.
Sul metodo e sull'affidabilità del sondaggio, spiega il direttore di Termometropolitico, Gianluca Borrelli: "Il nostro sondaggio online, a differenza di altri fatti sempre online (che non possono essere chiamati sondaggi ma solo "manifestazioni di opinione" come da delibera 256 del'AGCOM) è profilato sulla base dei dati statistici per adattare il campione dei rispondenti ad un campione quanto più vicino a quello reale. Non si tratta di una banale domanda secca come se ne vedono tante sul web.
Le informazioni che richiediamo nel nostro formulario ci permettono di dare valenza statistica ai risultati esattamente come avviene coi sondaggi telefonici, infatti i nostri risultati, a differenza delle "manifestazioni di opinione" senza profilazione, sono sempre pubblicati sul sito ufficiale dei sondaggi della Presidenza del Consiglio".
Sempre Borrelli: "Nel dettaglio vediamo iun brusco calo del PD e una salita del M5S a seguito delle dimissioni di Marino. Inoltre che la presenza dei nomi come candidati sindaco di Meloni e Marchini spingono Fratelli d'Italia e la Lista Civica più in alto rispetto al sondaggio precedente. FDI sale a discapito della Lega dopo che Salvini stesso ha fatto il nome di Giorgia Meloni come possibile candidata, mentre fare il nome di Marchini ha trascinato verso l'alto la Lista Civica indipendente che già senza l'indicazione di un nome era risultata abbastanza forte e ora beneficia di parte del tracollo a sinistra e ruba qualcosa anche a destra, segno che il candidato Marchini ha appeal in entrambi gli schieramenti. Forza Italia in questo momento ci risulta molto debole, certo ha tutto il tempo e le energie per riprendersi ma il suo elettorato sembra dormiente. Il partito di Berlusconi ci ha abituati a campagne elettorali sfavillanti con grandi recuperi, quindi avrà tempo di rifarsi ma in questo momento appare molto indietro".
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