Roma
Marino è incollato alla sedia. Fassina: "E' tutta colpa di Renzi"
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"Il primo responsabile del caos in cui versa l'amministrazione di Roma e dell'incertezza sulle prospettive della città è il gruppo dirigente nazionale del Pd, il Segretario e il Presidente-Commissario".
Lo afferma Stefano Fassina che senza mezzi termini mette in croce il suo partito. E non è la prima volta, visto che già il 18 dicembre era sceso al fianco di Ignazio Marino: "Sono stato tra i sostenitori di Marino sin dalle primarie, pur lontano dalla sua cultura politica venata di antipolitica (“Non è politica, è Roma”). Non sono pentito. Era necessaria una radicale discontinuità con il PD romano".
Così Fassina affonda il coltello nella piaga: "Subito dopo lo scoperchiamento di mafia capitale - prosegue - avrebbero dovuto spalancare porte e finestre del partito, promuovere una discussione senza rete, dare protagonismo alle tantissime forze sane del partito romano per avviare una ricostruzione morale, progettuale e organizzativa. Invece, per salvaguardare gli interessi forti della città e per paura di perdere qualche postazione di micro-potere, le energie positive del Pd di Roma sono state mortificate, la discussione inibita, le scelte calate dall'alto. Per responsabilità del Pd, altre giornate di paralisi attendono Roma. Per far ripartire una capitale che ha straordinarie potenzialità, è necessario un progetto partecipato e alternativo al Pd".