Roma

Marino non s'arrende a Renzi. Via Improta: pronti Fucito o Meta

Riunioni di maggioranza, poi riunioni degli eletti e un solo leit motiv: "volare talmente basso", quanto basta per prendere tempo, perché dietro l'attivismo del Pd e del sindaco Marino si nasconde un solo problema: quello della successione a Guido Improta, l'assessore che ha anticipato le sue dimissioni, "entro l'inizio delle vacanze, perché vorrei passarle con la famiglia".
Secondo quanto risulta ad affaritaliani.it. il "patto tra gentiluomini" siglato tra il sindaco Marino e l'assessore "uscente", Improta sarebbe proprio questo: rimanere sino a quando non sarà trovato il sostituto con la scadenza perentoria fissata al 30 luglio. E non oltre, perché al guaio della Giunta zoppicante, da quel momento in poi si potrebbe aggiungere anche la relazione del Prefetto Gabrielli al ministero degli Interni che si riserverà qualche altro giorno per l'analisi e la trasmissione al Consiglio dei Ministri. E quindi incrociare le dita nella speranza che Renzi non usi lo "strapotere" per tagliare "la gola" al sindaco che non ubbidisce.
Due i nomi che circolano in Campidoglio: il primo è frutto di un piano "segreto ma non troppo" del presidente-commissario Matteo Orfini che vorrebbe un rimpastone collocando al posto di Improta, una vecchia conoscenza dei trasporti romani: quel Michele Meta che, prima di diventare deputato è stato capopopolo di rilievo e persino assessore regionale. Sarebbe una sorta di "commissariamento" della Giunta da "tenere unita" solo perché andare al voto insieme ad altri Comuni come Milano, esporrebbe Pd e premier a una sonora sconfitta. Almeno stando ai sondaggi. E perdere Roma per il Pd sarebbe uno schiaffo insopportabile".
Il secondo piano è invece quello che culla direttamente il sindaco. Infischiandosene delle vicende del Pd, costringerebbe tutti a rimanere in sella, inserendo il city manager che il Campidoglio cerca con un bando in scadenza il 30 luglio e spostando l'attuale Capo di Gabinetto Luigi Fucito al posto di Improta. Fucito è uomo d'ordine e ad ha importanti agganci in Senato dove Renzi rischia molto. Quindi potrebbe essere un'ottima leva per mandare un ulteriore messaggio di autonomia a Matteo Renzi e rinnovare così il braccio di ferro, perché se Roma viene commissariata la responsabilità è del premier; se Marino si dimette e il Pd esce con le ossa rotte, la responsabilità è sempre del premier. In ogni caso Marino non molla. Nonostante il volo funereo dei piccioni.

Il programma "a volo di piccione " del capogrupo Pd, Panecaldo
"Dobbiamo preoccuparci di liberare le strade dalle macchine e fare passare la spazzatrice e dobbiamo andare a suonare al campanello della signora Tina per dirle che stiamo facendo la pulizia meccanizzata. E quel signore che non sa della chiusura fondamentale di Malagrotta sapràa' che stiamo facendo la pulizia della città. Dobbiamo fare cose semplici con la forza che solo noi possiamo dare. Non sto facendo un discorso politico perche' e' su questa sfida che veniamo misurati. Oggi è un mondo diverso che esige dagli amministratori risposte immediate. Non basta la buona volontà di un pezzo, ci vuole la buona volontà del corpo polito per fare percepire alla città quello che facciamo".