Roma

Marino prepara le "primariucce". Il libro in anteprima

di Alberto Berlini

"Ho fatto gli auguri a Marino per il suo compleanno. E' in forma, molto impegnato per gli ultimi ritocchi per il lancio del suo libro e sta viaggiando molto". A parlare è Alessandra Cattoi, ex donna forte del Campidoglio, dai più considerata la consigliera più fedele dell'ex sindaco Marino, designata prima assessore alla Scuola e poi assegnata al patrimonio prima della fine della consiliatura.

Ha visto l'ex sindaco pronto per tentare nuovamente la scalata al Campidoglio?
"Si sta ragionando attorno ad un progetto di una lista civica, i nomi sono quelli di Stefano Fassina, l'ex ministro Bray, il consigliere uscente di Sel Peciola e sì, quello di Ignazio Marino".

E' previsto che si terranno delle primarie per la scelta del candidato sindaco?
"Sì ma non chiamatele primarie, sarà una consultazione per capire quale sia il nome più forte, che possa ottenere i maggiori consensi"

Il 31 marzo esce il libro, l'ex sindaco lo presenterà alla Galleria Sordi. Non dovremo aspettare tanto per capire se sarà in campo per il Campidoglio?
"Non c'è una data, Marino in questi giorni non tornerà in Italia prima di settimana prossima, poi vedrà di nuovo Fassina. Si sono visti ieri sera per affinare il progetto della lista civica".

Il libro servirà a sostenere la campagna elettorale? Lei che ha letto le bozze, chi ne esce con le ossa rotte?
"Il Partito Democratico ne esce sicuramente con le ossa rotte. Se la critica alla classe politica abbraccia la destra così la sinistra, ma è chiaro come ha evidenziato la fine della legislatura che la sua più grande delusione è venuta proprio dal suo stesso partito".

Che cosa c'è all'interno delle 300 pagine del libro?
"Il racconto di una città, Roma, dall'antichità ad oggi. E dei suoi problemi e le possibili soluzioni. Ma anche i rapporti con le persone che hanno contraddistinto la sua storia politica, non solo quella del suo mandato al Campidoglio. E poi naturalmente la ricostruzione di come il suo stesso partito lo abbia costretto ad uscire dal Campidoglio con la decadenza".