Roma

Matteo Salvini ha in pugno il Lazio: se telefona a Cavallari, Zingaretti salta

Ls fiducia a Zingaretti: nel Lazio nessuno vuole una nuova campagna elettorale e la Giunta Pd si salva. Non ci sono i soldi

Strano destino quello della Regione Lazio: la sopravvivenza di Zingaretti come governatore Pd è appesa a una telefonata di Matteo Salvini e agli “affari interni” del potente senatore di Forza Italia, Claudio Fazzone.

Per un gioco perverso della politica romana, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Interni, nonché leader della Lega, deve decidere se staccare la spina a Nicola Zingaretti oppure far finta di niente e “benedire involontariamente” il tradimento politico del consigliere regionale Enrico Cavallari, un passato con Alemanno come assessore, una moglie ex fedelissima per tutta la vita a Silvio Berlusconi e poi passata con Salvini.

Oltre le chiacchiere, a poco meno di 24 ore dalla convocazione di sabato del Consiglio Regionale (mai nella storia di via della Pisana era stata fatta una convocazione dell'assemblea al sabato se non per il Bilancio), c'è ancora una speranza che enrico Cavallari del Gruppo Misto torni sulla via di Damasco ed è appesa ad una telefonata di Salvini. Secondo i bene informati, Cavallari avrebbe dato la sua disponibilità a tornare indietro sul voto alla mozione di sfiducia, a patto di ricevere una telefonata di Salvini con la quale aprire una nuova stagione di interloucuzione (e di poltrone). E, in particolare, due rappresentanti del “genio pontieri” del centrodestra avrebbero fatto pressing sul ministro affinché col cellulare chiamasse il 335-622.... per convincere il dissidente a “rientrare nei ranghi.

Ma a questo punto non è solo Salvini a tenere in vita Zingaretti. Giovedì, a sorpresa, un altro forzista, il senatore forzista di Fondi Claudio Fazzone che ha giudicato inutile la mozione. Dunque, un forzista storico che offre una sponda a Zingaretti, cercando di spazzare via il pericolo di una fine anticipata della legislatura regionale. Lo stesso Fazzone che, stando ai rumors, ai tempi della trattativa sul “patto di legislatura” avrebbe trattato personalmente con Zingaretti, invece di rientrare nella discussione avviata dal capogruppo per assicurare la sopravvivenza della Giunta in cambio di un accordo condiviso sulle politiche più delicate della Regione. E come accade ormai da anni, il “ducato di Fondi” ha corso con la bandiera di Forza Italia ma poi ha negoziato in proprio. Segno questo che il centrodestra nel Lazio non è altro che la somma di piccoli e medi potentati.

Una considerazione finale. Telefonata di Salvini o meno per far tornare Cavallari sui suoi passi, la garanzia che Zingaretti supererà l'ostacolo è legata al denaro: nessuno degli eletti vuole affrontare una nuova, costosa campagna elettorale. La “povertà” diventa un alleato del presidente e una garanzia di stabilità politica.