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Roma
Mazzette per aggiudicarsi funerali, a processo anche Gramazio e il figlio

Distribuivano mazzette per aggiudicarsi l'organizzazione di un funerale, allestendo, dentro la camera mortuaria di diversi ospedali roma, anche uffici abusivi di pompe funebri. Rinviate a giudizio 18 persone, tra cui Domenico Gramazio e il figlio Luca.

 

“Di tutto, si faceva di tutto”, ha ammesso in una intercettazione uno degli indagati. Si tratta dell'inchiesta sul "caro estinto", che ha portato, oltre ai 18 rinvii a giudizio, anche alla codnanna di un imputato, 21 proscioglimenti e due assoluzioni. La vicenda è quella che portò circa un paio di anni fa, con il blitz di polizia denominato ‘Caronte’, ad una serie di arresti e misure cautelari.

 

Nella rete degli inquirenti sono finiti addetti del settore pompe funebri, dirigenti Asl e politici in cerca di sponsor, come i Gramazio, padre e figlio, Domenico e Luca. A Luca in particolare è contestato di aver ricevuto soldi dai Taffo per la sua campagna elettorale nel 2013, in cambio dei quali avrebbe assicurato ai titolari dell'agenzia funebre un contratto con l'Istituto neurotraumatologico italiano. A processo, il 12 febbraio prossimo, tra gli altri il titolare dell'agenzia funebre Luciano Giustino Taffo e i figli Daniele e Alessandro, nonché alcuni dirigenti delle Asl B e C.

Un business allargato e consolidato, però, che non ha riguardato per anni solo il San Camillo-Forlanini, l’ospedale di Monteverde. Ma anche il Sandro Pertini, il Sant’Eugenio e il Cto.

 

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