Roma
Medici e infermieri fannulloni, in verità sono anziani. I numeri contro Rocca



Il presidente della Regione Lazio, Rocca e la guerra ai furbetti della Sanità ma il sindacato Cismo-Fesmed replica: “Da 10 anni senza assunzioni”
Medici col mal di schiena e se lavorano al Pronto Soccorso, con le guardie H24 senza poter prendere le ferie: nel Lazio sono 11mila e 500 i medici inidonei, per il quali la Regione ha deciso di avviare una campagna di controlli per verificare la veridicità delle patologie. E da “eroi al tempo del Covid”, oggi vanno sotto processo.
Ma la replica dei medici, tramite la federazione Cimo-Fesmed non si fa attendere ed è durissima: “Qualcuno ha parlato di vergognose liste di proscrizione, volte ad individuare i colleghi che non possono svolgere turni notturni o fare particolari sforzi fisici non per pigrizia o insolenza, ma perché una specifica Commissione ha così disposto. La realtà è che, dopo dieci anni di blocco del turnover, il personale sanitario del Lazio è anziano e, a causa della drammatica riduzione di vocazioni - con alcune specialità che non sono riuscite ad assegnare le borse di studio previste - delle continue aggressioni, delle scarse gratificazioni professionali ed economiche, il ricambio generazionale stenta a decollare. E l’età media elevata dei professionisti sanitari porta con sé tutte le inevitabili conseguenze che i lavori particolarmente usuranti possono causare”.
Come si lavora in un Pronto Soccorso
Ancora Vincenzo Bianco segretario regionale e Francesco Nardacchione, presidente regionale: “il Io non so se chi parla e scrive di inidoneità ha mai prestato attività sanitaria o si diletta solo a parlare, ma fare il medico o l’infermiere in un Pronto soccorso o garantire le guardie in h 24, con inversione dei ritmi circadiani, mancanza di tempi di recupero, impossibilità di usufruire delle ferie maturate, assoluta impossibilità di aggiornamento, rischio continuo di aggressioni immotivate (e potrei continuare il lungo e triste elenco che induce alla totale demotivazione) è già sicuramente molto usurante e gravoso. È dunque normale che le naturali patologie caratteristiche della terza età compaiano più precocemente in chi fa sforzi assistenziali fisici continui rispetto magari a chi svolge lavoro solo di scrivania”.
I casi del San Camillo e Umberto I
Spiegano i medici del sindacato: “I numeri vedono 283 medici del S. Camillo che non possono alzare pesi su 3750 dipendenti e costituiscono quindi il 7,5% di inabili; i 231 medici del Policlinico Umberto I che non possono fare turni di notte su 4600 dipendenti costituiscono il 5%; i 127 infermieri che non possono fare sforzi ed i 50 esonerati dal lavoro notturno nella ASL Roma 2 su 3500 infermieri costituiscono rispettivamente il 3,6% e l’1,4% del totale, e così via. Se queste sono le reali percentuali, risultano ben al di sotto di quelle riportate dai rilievi nazionali riferiti da ISTAT e CENSIS. Il personale sanitario in realtà è solamente stanco, consumato, insoddisfatto ma soprattutto vecchio, con tutte le conseguenze che l’essere tali comporta. Il blocco del turnover ed i tagli alla spesa sanitaria tra il 2008 ed il 2018 hanno ridotto il personale dedicato di oltre 41000 unità con un progressivo aumento dell’età media ed un peso delle attività che si è concentrato su un numero ridotto di lavoratori, senza considerare il 28% di pensionamenti previsti nel 2027, come riportato sul bollettino Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) di Agosto 2023".
"Qualcosa si muove"
"Va dato atto alla Regione che alcuni concorsi sono stati effettuati, ma il numero degli assunti e degli stabilizzati o rinnovati è ancora abbondantemente insufficiente”.