Roma

Mercati rionali di Roma ko. IL colpo mortale i minimarket bangla e gli abusivi

“M5S incapace anche di scrivere un bando di gara”. L'intervento

di Fabio Sabbatani Schiuma

La crisi dei mercati rionali romani inizia gia' dai tempi di Rutelli.

 

La grande distribuzione ha assestato da allora un colpo durissimo al settore, complice l'assenza di un immediato piano di riordino e riqualificazione degli stessi da parte del Campidoglio. Intorno alla fine degli anni 90, mentre aprivano i grandi centri commerciali, per la verita', l'allora Direttore del Dipartimento, architetto Forleo - l'assessore era Enrico Gasbarra - lo aveva anche pianificato, ma la cronica assenza di fondi permise solo qualche intervento a macchia di leopardo. In sostanza la politica non seppe supportare il settore nel 'reinventarsi' un modo per essere competitivo e al passo con la concorrenza spietata.

Oggi l'associazione Terra ci sottolinea di nuovo come i 127 mercati rionali romani stiano per lo piu' morendo, ma il grido d'allarme, inascoltato, si leva da anni. Ora siamo al punto di non ritorno: o la politica romana fa la sua parte nel difendere un patrimonio della sua citta', che, ricordo, e' il comune agricolo piu' grande d'Italia, o verra' decretata definitivamente la morte del mercato rionale. E gia', perche' mentre nelle grandi capitali europee, sono stati negli anni capaci di trasformare un concentrato di banchi di vendita al dettaglio, seppur punto di aggregazione anche sociale, aumentando la varieta' dell'offerta e facendo aprire nelle strutture, bar e ristoranti e offrendo servizi e finanche cultura e innovazione, a Roma siamo rimasti fermi. Il piano industriale promesso dalla Raggi in realta' va proprio in questa direzione, ma i 4 milioni di euro spesi non sono sufficienti, come neanche l'apertura serale, che peraltro io chiedevo dal 2015.
Servono altri e tanti soldi per ristrutturare e qui non si puo' che ricorrere al privato, alle sponsorizzazioni di aziende, di multinazionali e di grandi gruppo, non necessariamente del settore, che di fatto su questi mercati investano traendone in cambio pubblicita' e spazi commerciali gratuiti.

Servono idee e creativita', dallo street food, all'intrattenimento, alla ristorazione fino alla cultura e ai servizi. Ma su questo i grillini sembrano incapaci di guardare oltre e bloccati anche nel saper redigere un bando di gara inattaccabile. Occorre, in sostanza, piu' managerialita' e finanza creativa: trasformare i mercati rionali in centri commerciali, ove regni la qualita' e la genuinita' del prodotto.

Ovviamente il colpo letale lo stanno assestando oggi i mancati controlli nell'assegnazione dei banchi, le troppe frutterie e minimarket, spesso aperti da stranieri per tutta la notte, che sono spuntati come funghi - pensate che solo a Torpignattara ce ne sono circa 80 - e senza controlli. Senza parlare dell'assenza del contrasto all'ambulantato abusivismo dilagante: i controlli vengono pure effettuati dai vigili, ma mancano le sanzioni. E su questa mancata difesa della legalita' la Raggi ha invece pesantissime responsabilita', visto che poi e' stata la bandiera che l'ha portata in Campidoglio.

*segretario nazionale di Riva Destra e vicepresidente della Commissione Commercio nel Municipio V di Roma