Roma

Mes, Recovery Fund e fondi strutturali: 9 mld sul Lazio. "Solo infrastrutture"

Il neo presidente di Unindustria Angelo Camilli lancia la sfida: “Si può cambiare il volto della regione ma niente soldi a pioggia”

“La Regione Lazio per la prossima programmazione europea potrà contare su oltre 6 miliardi di euro grazie ad incrementi importanti su Fesr. Se si dovessero aggiungere quelli del Mes, ne arriverebbero altri 3. Con nove miliardi, che potrebbero raddoppiare con il Recovery fund, si cambierebbe radicalmente il volto a questa regione".

Lo dice Angelo Camilli, presidente di Unindustria, in un'intervista al Sole 24 Ore, nella uale avverte: "Ma ad una condizione: niente soldi spesi a pioggia, ma interventi strutturali, che possano portare ad una crescita duratura, che è l'unica via seria e corretta per far fronte all'aumento del debito”.

Il 30 settembre l'assemblea privata di Unindustria ha eletto Angelo Camilli al vertice degli imprenditori di Roma e Lazio, con le province di Rieti, Latina, Viterbo e Frosinone. Per Unindustria ci sono le infrastrutture in cima alla lista delle priorità degli interventi necessari: materiali, e cioè strade, porti e ferrovie, e immateriali, dalla banda larga al 5G.

“Il Lazio ha una struttura più legata ai servizi che al manifatturiero, pesa molto il turismo, che è stato il settore più colpito dal Covid, insieme ai trasporti e all'audiovisivo. Secondo le previsioni - spiega Camilli - avremo un calo del pil di -8,1 per cento a fronte del 9,9 della Lombardia e del 12,2 del Veneto. Ma nel 2021 segneremo +4,1 contro il 6,9 della Lombardia e il 7,8 del Veneto. Proprio per questo occorre valorizzare i punti di forza della Regione. L'economia del mare, per esempio, con i porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Abbiamo settori che sono cresciuti, come il digitale, l'alimentare, l'aerospazio ed il farmaceutico, che vanta eccellenze mondiali tra Frosinone e Latina”.

Sul “valore di Roma”, Camilli non ha dubbi: “Roma città metropolitana rappresenta il 70 per cento del pil regionale – dice - deve essere sempre più un traino ad una condizione, che tutto avvenga in armonia con le altre provincie. Per questo servono infrastrutture materiali e immateriali. In molte aree industriali del Lazio manca la banda larga, un'esigenza ormai irrinunciabile per lo sviluppo”.