Mezza Roma senza il cimitero. Laurentino, spazio esaurito: tombe negate
A Prima Porta l'Ama vende loculi in seconda fila, quelli recuperati. Protestano gli operatori: "Fatiscenti"
Dopo l'emergenza freddo, l'emergenza morti. Nel periodo dell'anno in cui i decessi, complici le malattie legate all'influenza, falcidiano soprattutto gli anziani, il cimitero Laurentino chiude le porte. Non c'è più spazio per le tombe.
Nei 27 ettari in cui lo sviluppo delle aree cimiteriali prevedeva un bacino per un intero quadrante di Roma non c'è più posto per lapidi e tombe ma solo sepolture a terra, un po' come accade a Prima Porta dove però l'Ama ha recuperato e messo in vendita luculi “comodi” di seconda fila alla modica somma di 4 mila euro e che gli operatori del settore definiscono senza mezzi termini “fatiscenti”.
E pensare che il cimitero Laurentino, progettato con Rutelli sindaco doveva accogliere le salme dei residenti nei Municipi Roma VIII, IX e XI e fu inaugurato nel 2003. Già allora le previsione di mortalità medi annua di Roma avevano spinto il Comune a prevedere con la la delibera di Giunta Comunale del 2007 circa 4.000.000,00 di Euro l’anno per nuovi investimenti e ampliamenti dei cimiteri romani e nel 2012 erano state avviate le pratiche per l’allargamento dell’area cimiteriale ma da lì in poi nulla è più successo. E dire che le aree ci sono, poiché l'intera zona è prevalentemente agricola e priva di abitazioni.
Invece nulla da fare, né Marino né la Giunta Raggi si sono posti il problema e così le salme dei municipi di competenza vengono spedite a Prima Porta.
E visto che a Roma il numero dei decessi medi l'anno è pari a circa 25 mila persone, presto dall'emergenza si passerò al dramma.