Roma

Michelangelo, prima volta a Roma per “L'Adolescente”: stupore all'esposizione

L'Adolescente Michelangelo per la prima volta a Roma alla Fondazione Alda Fendi. Un'opera che mostra un senso di inquietudine e drammaticità interiore

di Maddalena Scarabottolo

Michelangelo Buonarroti con il suo “L'Adolescente” continua a stupire; un capolavoro esposto per la prima volta a Roma a palazzo Rhinoceros, sede della Fondazione Alda Fendi, sita nelle vicinanze del Circo Massimo e della Bocca della Verità.

 

L'opera d'arte arriva dal Museo statale Ermitage di San Pietroburgo dov'è conservata dal 1851. Caterina II di Russia, per allargare le collezioni d'arte europea, nel 1787 acquistò il capolavoro dalle modeste dimensioni presso la collezione del banchiere inglese Lyde Browne.

La scultura, realizzata con un marmo di seconda scelta, ritrae un giovane di circa 20 anni, completamente nudo e accovacciato su se stesso. Una forma plastica carica di tensione poiché estrapolata da un pezzo di marmo dalle dimensioni ridotte. A partire da un solido a base quadrata Michelangelo ha liberato la figura racchiusa al suo interno fino a farle raggiungere una dimensione quasi sferica.

Il giovane appare raggomitolato verso l'interno sia da un punto di vista strutturale sia da un punto di vista spirituale. La scultura emana infatti un senso di tragica espressività.

Il corpo ma soprattutto i muscoli della schiena, espressi nei minimi particolari, ci narrano di una battaglia difficile da sostenere. Questa forza evocativa viene data contemporaneamente da due spinte contrarie: una derivante dal malessere interiore del giovane e l'altra da elementi esterni disturbanti. Sembra infatti che delle forze invisibili lo stiano schiacciando e l'anima già indebolita, o “non ancora nata”, stia per soccombere.

Secondo le ipotesi avanzate dagli studiosi si tratterebbe di un'opera databile al 1530, periodo durante il quale Michelangelo attraversa momenti drammatici a causa della caduta della Repubblica Fiorentina. In questo modo si spiegherebbe la forte tensione e la drammaticità espressa nella scultura.

Grazie all'illuminazione curata da Vittorio e Francesca Storaro, il phatos è ancora più evidente e soprattutto percepibile. Un finto candelabro da terra con una luce debole fa vibrare le parti della muscolatura del giovane lasciando intravedere e gustare anche tutti i particolari caratterizzati dal “non finito”.

Anche in questo capolavoro Michelangelo lascia alcune parti prive di levigatura e come molto spesso si è detto sembra essere una modalità espressiva che permetteva al grande artista di fermare il lavoro nel momento in cui capiva di aver raggiunto il massimo risultato. Grazie a questo metodo di lavoro Michelangelo è riuscito a rendere visivi i contrasti interiori, difficoltà emotive e controversie spirituali che, anche in questo caso, rimangono comunque irrisolte.

“L' Adolescente” potrà essere ammirato fino al 10 marzo con ingresso gratuito.