Migranti, Papa Francesco: “Dopo i 18 anni garantire la permanenza regolare”
Il Pontefice interviene nella Giornata internazionale del rifugiato
Papa Francesco si schiera dalla parte dei migranti nella giornata a loro dedicata: "Va garantita la permanenza regolare dopo il compimento della maggiore età".
"La Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo offre una base giuridica universale per la protezione dei minori migranti. Ad essi occorre evitare ogni forma di detenzione in ragione del loro status migratorio, mentre va assicurato l’accesso regolare all’istruzione primaria e secondaria”. Papa Francesco nella Giornata internazionale del migrante e del rifugiato si schiera apertamente a favore dei bambini costretti a lasciare il proprio paese insieme alle famiglie, spiegando come vadano protetti e difesi dalla comunità internazionale. Mentre in Italia infervora la discussione sullo Ius Soli, la legge che garantisce ai bambini nati nel nostro paese gli stessi diritti degli italiani, il Pontefice non ne parla apertamente, ma commenta la condizione dei più giovani. Migranti arrivati in Italia e non nati nella Penisola, insomma, ma che secondo il Papa dovrebbero poter beneficiare di un'istruzione: “È necessario garantire la permanenza regolare al compimento della maggiore età e la possibilità di continuare degli studi. Per i minori non accompagnati o separati dalla loro famiglia è importante prevedere programmi di custodia temporanea o affidamento. Nel rispetto del diritto universale ad una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita”.
"Promuovere vuol dire essenzialmente adoperarsi affinché tutti i migranti e i rifugiati così come le comunità che li accolgono siano messi in condizione di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni che compongono l’umanità voluta dal Creatore - ha aggiunto Papa Francesco - Tra queste dimensioni va riconosciuto il giusto valore alla dimensione religiosa, garantendo a tutti gli stranieri presenti sul territorio la libertà di professione e pratica religiosa”.
Il Pontefice non esclude, quindi, dal suo discorso coloro che professano una religione differente dal cattolicesimo, anzi sottolinea la necessità di garantire loro la preghiera e la pratica religiosa.
Importante per il Papa la questione lavorativa: “Siccome 'il lavoro umano per sua natura è destinato ad unire i popoli', incoraggio a prodigarsi affinché venga promosso l’inserimento socio-lavorativo dei migranti e rifugiati, garantendo a tutti – compresi i richiedenti asilo – la possibilità di lavorare, percorsi formativi linguistici e di cittadinanza attiva e un’informazione adeguata nelle loro lingue originali. Nel caso di minori migranti, il loro coinvolgimento in attività lavorative richiede di essere regolamentato in modo da prevenire abusi e minacce alla loro normale crescita”. Il Papa inoltre incoraggia i governi a far sempre di più per i migranti: “Pur considerando encomiabili gli sforzi fin qui profusi da molti paesi in termini di cooperazione internazionale e assistenza umanitaria, auspico che nella distribuzione di tali aiuti si considerino i bisogni (ad esempio l’assistenza medica e sociale e l’educazione) dei paesi in via di sviluppo che ricevono ingenti flussi di rifugiati e migranti e, parimenti, si includano tra i destinatari le comunità locali in situazione di deprivazione materiale e vulnerabilità".