Roma
Mille bare in fila per essere cremate: tempi d'attesa di un mese a Prima Porta
Nel deposito del cimitero di Prima Porta un esercito di morti in attesa di essere cremati. Bordoni, Lega: “Ama, Raggi ed i servizi cimiteriali in tilt”
Romani in fila anche da morti: mille bare parcheggiate all'interno di un deposito in attesa di essere cremate. Succede al cimitero di Prima Porta dove, anche a causa dell'emergenza Coronavirus, le famiglie dei defunti sono costrette a dover aspettare anche 30 giorni per poter riavere indietro l'urna con le ceneri del proprio caro.
La pandemia ha infatti mandato definitivamente in tilt il già precario servizio cimiteriale della Capitale, con l'Ama ed il Comune che non sanno come risolvere la questione. Ogni giorno la lista di attesa per le cremazioni si allunga, a tal punto da passare da qualche decina di bare ad oltre mille in poche settimane.
Ad accorgersi del problema è stato il consigliere comunale della Lega, Davide Bordoni che in qualità di vicepresidente della Commissione Ambiente ha chiesto una interrogazione ed una seduta di commissione in materia. “Più di mille bare in fila nel deposito di Prima Porta e servizi cimiteriali in tilt al Flaminio per le cremazioni, chiediamo di intervenire subito e prendere immediati provvedimenti nei confronti di chi, in Ama, aveva il dovere di controllare e impedire che nella Capitale d'Italia potessero accadere fatti così gravi – scrive in una nota –. Una cronica mancanza di strategia che ha creato le premesse per un'emergenza continua nella gestione cimiteriale di Ama e della Raggi, causa di questo oltraggio alla memoria dei cittadini”.
“l numero delle bare nei depositi continua a crescere e da diverse decine, se ne contano più di un migliaio con liste d’attesa per le cremazioni che arrivano a 30 giorni – continua Bordoni –. I forni crematori e le procedure che accompagnano le salme dei nostri defunti lungo l’ultimo tratto presentano da tempo gravi criticità ma chi amministra la Città ha deciso di affrontare l’emergenza Covid affidandosi a questo sistema di inefficienze e mancanze senza nemmeno tentare di migliorarlo. La Lega chiede di spiegare in Commissione Ambiente perché, con una pandemia in corso da un anno, nessuno ha pensato ancora di predisporre celle frigorifere aggiuntive o linee crematorie in aiuto a quelle esistenti in sovraccarico da anni”.
“Il risultato – conclude Bordoni – è quello di aver portato Roma sull'orlo di una crisi con gravi ripercussioni igienico sanitarie, aggiunto dolore per le famiglie di chi non c’è più e fatto precipitare la città in una situazione mai vista prima”.
La replica di Ama: "+63% dei decessi, ma cremazioni regolari"