Roma

Mistero Ad di Ama, opposizioni si scatenano: “Pace come Marchese Del Grillo”

Una turbolenta riunione straordinaria dell'Assemblea Capitolina sulla situazione di Ama

Dopo le dimissioni nel Consiglio d'Amministrazione di Ama, la municipalizzata adibita alla gestione dei rifiuti della città, le opposizioni si sono scatenate. Il mistero ruota intorno all'Ad Domenico Pace. Marco Di Stefano, FI-Udc: “Pace è in preda a un delirio di onnipotenza, come quel noto personaggio romanesco che diceva: 'Io so io e voi non siete... nulla”.

“Dinanzi al disastro di Ama - ha continuato il consigliere Di Stefano - abbiamo assistito in quest'ultimo anno ad una gestione sconcertante e al tempo stesso autoritaria di chi è stato sfiduciato da tre consiglieri d'amministrazione. In 30 anni non era mai successo che un presidente nominato dal sindaco venisse sfiduciato da un Cda sempre nominato dal sindaco. Ma lei, sindaco Gualtieri, si è superato perché nonostante questo è riuscito a concedere nuovamente la sua fiducia allo stesso presidente, responsabile del disastro di Roma. Basta leggere le email dei consiglieri dimissionari per capire la situazione, email in cui si parla di un'insofferenza da parte dell'Ad verso le richieste dei consiglieri. Pace considera il Consiglio d'Amministrazione come un fardello che ostacola la sua gestione solitaria e non come un organo che dovrebbe supportarlo nel tirare fuori la città dallo stato in cui si trova”.

Valerio Casini, Iv: “Siamo preoccupati: va chiarita la posizione del Pd sul termovalorizzatore”

Molto piccato anche l'intervento del consigliere di Italia Viva Valerio Casini: “Gli aspetti che ci preoccupano però sono ancora tanti: il servizio rifiuti è importantissimo ma ancora troppo carente, mancano gli impianti per la gestione del ciclo rifiuti e bisogna puntare all'economia circolare. Bene la chiusura di Rocca Cencia, ma servono infrastrutture e impianti. Siamo preoccupati per il termovalorizzatore: la nuova direzione del Pd ha cominciato a parlare di un referendum sul termovalorizzatore, forse per strizzare l'occhio al Movimento 5 Stelle in vista di una possibile alleanza. Roma ha bisogno di questo impianto: con il no il Pd si porrebbe sulla stessa linea di Conte e dei 5 Stelle”.