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Roma
Monarchici uniti con Berlusconi. Emanuele Filiberto ministro per l'Italia

di Fabio Carosi


Le elezioni di marzo 2018? “Destino segnato: vincerà Silvio Berlusconi e siamo pronti ad offrire al nuovo governo del Paese un ministro per rappresentare l'Italia all'estero che si chiama Emanuele Filiberto di Savoia”.

 

Monarchici, cattolici di destra, liberali del Ventunesimo secolo che sperano in un addio soft all'euro e un ritorno alla Lira; tangenti senza mai sfiorarsi alla Lega e a Fratelli d'Italia, “pronti a rappresentare le istanze che vengono dal profondo della nazione e che si ispirano al Blocco nazionale delle libertà che nel 1948 riunì un pezzo della destra italiana cattolica per poi dissolversi: ci sono e sono pronti a scendere in campo a marzo con una movimento dei movimenti per ridare fiato, corpo e volti ai conservatori che pongono al primo posto i valori.
Contro “i valori negletti dell'attuale regime”, si presenteranno a Roma il prossimo 12 gennaio nel corso di una conferenza stampa- incontro, durante la quale formalizzeranno la riunificazione dei Monarchici e la loro disponibilità a “prestare” Emanuele Filiberto di Savoia al prossimo Governo di centrodestra, per un ruolo simile a quello di Carlo, principe di Galles, come ministro per l'Italia all'estero. Una sorta di ambasciatore del Made in Italy, dell'italianità e dei valori dello Stivale.
La lista è pronta e attende solo di sapere se sarà nel Popolo delle Libertà o come appoggio esterno, un po' come fece Roberto Lucifero d'Aprigliano nel 1948 col suo milione di voti, riuscendo nel miracolo di aggregare le sigle. Ad animare il Movimento, il già candidato a sindaco di Roma, Angelo Novellino, il presidente dei Monarchici Massimo Mallucci e Giampiero Covelli, figlio del fondatore del Partito Monarchico, Alfredo Covelli.

Un po' di nostalgia, il superamento dell'Europa a trazione tedesca e un ruolo ritrovato per l'Italia nello scacchiere politico internazionale sono i temi caldi della politica estera e alla domanda: favorevoli o contrari al ritorno della salma di Vittorio Emanuele III al Pantheon, la riposta è semplice: “C'è solo un posto, l'uomo famoso merita Santa Croce, un sovrano, un re deve stare al Pantheon. Il dibattito è la conseguenza di un Paese che non studia”.

Piccola avvertenza per il futuro ministro: l'enciclopedia spontanea Wikipedia lo indica come “personaggio televisivo”. Urge segnalazione e rettifica.

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