Roma

"Monnezzopoli II": Marrazzo è "salvo". La Procura "dimentica" di interrogarlo

Vizio formale a quattro giorni dalla prescrizione

di Valentina Renzopaoli

ll “paso double” della Procura di Roma. A poche ore dalla prescrizione del reato di abuso d'ufficio e falso per l'ex governatore Piero Marrazzo, coinvolto nell'inchiesta già ribattezzata Monnezzopoli II, il gup scopre che il piemme non lo ha mai interrogato e fa ricominciare tutto da capo.
Un pasticcio da record, che affonda nel pantano un processo nato già morto, visto che molti dei capi di imputazione dei venti imputati sono già prescritti o alla vigilia della prescrizione. Dopo due anni di misterioso stop, il troncone del processo sui rifiuti che vede alla sbarra ancora una volta, l'ormai “leggendario” Manlio Cerroni, rischia di trasformarsi nella commedia dell'assurdo.
Il gup Nicola di Grazia, ha infatti, ha accolto l'eccezione di nullità presentata dai legali di Marrazzo, del decreto di rinvio a giudizio. In pratica, dopo l'avviso di conclusione delle indagini, l'imputato ha chiesto di essere interrogato dal pm che ha istruito l'indagine, il dottor Alberto Galanti, che però si sarebbe “dimenticato” di interrogarlo. Agli atti non risulta alcun invito formale né alcuna convocazione di interrogatorio recapitata all'ex presidente della Regione, nel frattempo rientrato a lavorare in Rai e trasferito come inviato a Gerusalemme. Vizio formale che causa la nullità della richiesta di rinvio a giudizio. Insomma bisogna rifare tutto da capo. A quattro giorni dalla prescrizione.
A Marrazzo si contestava di aver firmato, il 22 ottobre 2008, l'autorizzazione per il termovalorizzatore di Albano Laziale, garantendo un illecito vantaggio al gruppo che avrebbe dovuto realizzare l'impianto, ovvero il Consorzio Coema, nonostante i poteri da commissario per l'emergenza rifiuti fossero cessati il 30 giugno 2008.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 2 maggio. Il gup Di Grazia nell'udienza di lunedì ha ammesso la richiesta di costituirsi parte civile da parte di Ministero dell'Ambiente, Regione Lazio, Comune di Roma, così come i Comuni di Marino, Genzano, Ariccia, Castelgandolfo, Albano, Pomezia, Ardea e Lanuvio, che già partecipano all'immediato.
Ammesse anche Wwf, Legambiente, l'associazione Raggio Verde, Codici Onlus e Codici Ambiente, Codacons e sei cittadini privati. Esclusi invece Codici Lazio e l'associazione Grey. Grande assente Rida Ambiente, la società di cui è titolare Fabio Altissimi, l'imprenditore noto come “il grande accusatore” di Cerroni, uno dei testimoni chiave del maxi processo, che non si è nemmeno costituito.