Roma
Monte di Pietà, UniCredit cede la Banca dei Pegni. Sindacati in guerra
UniCredit pensa alla cessione al gruppo austriaco Dorotheum
Le voci sulla cessione della Banca dei Pegni da parte di Unicredit si fanno sempre più insistenti. I sindacati sono sul piede di guerra.
“200 milioni di impieghi e 35 filiali in Italia compreso lo storico palazzo del Monte di Pietà nel centro di Roma e le agenzie periferiche, al gruppo Dorotheum, famosa casa d’aste austriaca - scrivono i sindacati in una nota - Esprimiamo la nostra preoccupazione e contrarietà alla possibilità che il Gruppo UniCredit preveda nel piano industriale forti ridimensionamenti e dismissioni sul territorio di attività, peraltro ad alta redditività, come il Credito su Pegno senza preoccuparsi delle ricadute economico sociali che inevitabilmente tale processo produrrà”.
Oggi, con 33mila prestiti erogati ogni mese, il settore Pegno è tornato al centro dell'attenzione economica. Per questo il gruppo austriaco Dorotheum, tra i leader di mercato a livello continentale, ha manifestato concreto interesse nell'acquisizione. Le trattative sembrano già in atto e le modalità in cui si è mossa UniCredit sconcertano i sindacati: “Riteniamo grave e intollerabile inoltre che il tutto stia avvenendo senza il coinvolgimento dei lavoratori, del sindacato di categoria e nel silenzio assordante dei vertici UniCredit che lascia i dipendenti da oltre un anno in un non più sopportabile stato di incertezza. E preoccupano non poco le ricadute sui livelli occupazionali e contrattuali per i lavoratori del settore”, scrivono in una nota Fisac-Cgil, First-Cisl, Uilca-Uil, Fabi e Unisin.
“È inaccettabile alienare un settore a cui è stato affidato nel tempo un ruolo sociale di microcredito e antiusura – prosegue la nota - esercitato in particolare durante questa lunga fase di crisi economica, con il rischio di produrre effetti devastanti e la perdita in una Capitale come Roma di un presidio certo di legalità. L’attività del settore del Pegno rappresenta una forma trasparente e regolamentata di accesso al credito di chi, in momentanea difficoltà, necessita di liquidità temporanea al termine della quale ritira il possesso del proprio bene. Uno strumento preventivo che evita, nel tessuto sociale di riferimento, il ricorso a forme di finanziamento usurarie. La funzione antica del Pegno nel tempo è rimasta invariata ma oggi la clientela non è più costituita da cittadini ai margini ma da lavoratori, famiglie, piccole imprese, commercianti alla ricerca di risorse immediate dalle banche”.