Roma
Moria di pesci nel Tevere, la scoperta: nell'acqua tracce di sostanze tossiche
L'analisi dei campioni delle acque ha evidenziato la presenza di due fitofarmaci, uno dei quali altamente tossico e vietato dal 2018
Moria di pesce nel Tevere, dopo l'analisi dei campioni delle acque la scoperta: nel fiume trovate tracce di due sostanze tocciche killer per la fauna ittica tiberina.
Dopo l'allarme lanciato dall'Oipa di Roma, che per molti giorni ha monitorato il tratto urbano del Tevere documentando la moria di pesci tra Castel Sant'Angelo e Ponte Marconi, le analisi dell'Agenzia regionale protezione ambientale del Lazio e del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente hanno evidenziato tracce di due fitofarmaci.
Si tratta della Cipermetrina (insetticida universale nei programmi di lotta contro gli insetti) e del Clothianidin (utilizzato per la concia delle sementi di mais, del cotone, della colza, della bietola e del girasole, trattamenti fogliari di molti fruttiferi e di piante ornamentali e trattamenti granulari al terreno). Quest’ultimo è altamente tossico per le api, motivo per il quale ne è stato vietato l'utilizzo nel 2018.
Dalla relazione dell'Arpa Lazio si evince che le due sostanze potenzialmente tossiche per i pesci, anche se in quantità insufficienti per giustificare il fenomeno rilevato, non consentono di escludere cause tossiche dovute a fenomeni di contaminazione localizzati e temporali.
“Per i poveri pesci morti nel Tevere non c'è ancora pace, né giustizia. Ora attendiamo l'esito delle ulteriori analisi dell’Arpa, che sta continuando a monitorare e che ringraziamo per il rapido intervento”, commenta Rita Corboli, delegata della sezione romana dell’Oipa. “Forse – continua – potranno fornire ulteriori indicazioni i risultati dei campionamenti di pesci morti effettuati dalla Asl Roma 1 e inviati all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana. Speriamo che, incrociando i dati analitici, si possano stabilire le cause della morte degli animali”.