Roma

"Morire per amianto è come morire per terrorismo". La sentenza

Morto dopo 32 anni di esposizione all'amianto. Per i giudici il vitalizio delle vittime del terrorismo

E' stato equiparato ad una vittima del terrorismo e della criminalità organizzata un militare della Marina Militare, Capitano di Vascello del Genio Navale, morto per mesotelioma pleurico, dopo 32 anni di servizio, e una lunga esposizione all'amianto.
Non solo vittima del dovere, quindi, ma anche vittima di uno Stato che non ha saputo tutelarlo durante la sua carriera professionale al servizio del suo Paese, esponendolo a condizioni di vita e lavoro che hanno segnato il suo destino. Con una sentenza che farà giurisprudenza, il Tribunale di Cagliari ha condannato il Ministero della Difesa a pagare in favore di tutti i familiari del militare deceduto l’assegno vitalizio di 500  euro al mese, come previsto per le vittime del terrorismo; ovvero quasi il doppio rispetto all'importo che era già stato riconosciuto dal Ministero (pari a 258 euro circa) dovuto alle vittime del dovere.
Il Capitano di Vascello del Genio Navale, Francesco Paolo Sorgente, è stato in servizio nella Marina Militare dal 12 marzo 1968 fino al 30 gennaio 2000, e nello svolgimento delle sue funzioni è stato professionalmente esposto a polveri e fibre di amianto che hanno determinato l’insorgenza del mesotelioma che ne ha provocato la morte il 25 gennaio 2009.
La Marina Militare Italiana aveva già dovuto ammettere che il Capitano Sorgente è deceduto per via dell’amianto inalato in 32 anni di servizio e quindi lo aveva riconosciuto vittima del dovere, liquidando alla sua morte le prestazioni assistenziali in favore della vedova e dei figli.
L’avvocato Ezio Bonanni, difensore della vedova e dei familiari, aveva però sostenuto che dovessero essere invece riconosciute le prestazioni dovute alle vittime della criminalità organizzata e del terrorismo. Infatti, il Capitano Sorgente risulta parte offesa anche nel procedimento penale pendente presso il Tribunale di Padova a carico di Alti Ufficiali imputati del reato di omicidio colposo. Processo nell'ambito del quale, i familiari sono costituiti parte civile e hanno ottenuto la citazione del Ministero della Difesa come responsabile civile.
Bonanni ha quindi costituito in mora il Ministero della Difesa per ottenere l’integrale risarcimento dei danni, intraprendendo una ulteriore azione giudiziaria presso il Tribunale di Cagliari (luogo di residenza dei familiari del militare nel frattempo è deceduto) per ottenere la condanna del Ministero della Difesa all’erogazione delle maggiori prestazioni dovute per effetto dell’equiparazione alle vittime della criminalità organizzata e del terrorismo.
Con una sentenza del 22 giugno 2016, il Tribunale di Cagliari ha accolto il ricorso, condannando il Ministero della Difesa a pagare in favore di tutti i familiari del militare deceduto l’assegno vitalizio di 500mila euro al mese.
Secondo l’avvocato Ezio Bonanni, la morte del Capitano Sorgente dovuta a condotte che integrano il reato di omicidio colposo, in nulla differisce rispetto ai casi per i quali la vittima muore per via di azioni della criminalità organizzata e terroristiche. “Come qualificare infatti la condotta di uno Stato il quale in tempo di pace fa registrare al 2008 tra i soli militari 621 casi di morti per mesotelioma?”, dichiara il legale.
“Le vittime dell’amianto, e in caso di decesso i loro famigliari, hanno diritto ad essere equiparate alle vittime della criminalità organizzata e del terrorismo, oltre a essere vittime del dovere, proprio alla luce della contestazione di reato formulata dalla Procura della Repubblica di Padova (omicidio colposo). Infatti, non si capisce perché in tempo di pace possano considerarsi vittima del dovere i militari che si ammalano o perdono la vita (621 sono deceduti solo a causa del mesotelioma) unicamente perché è stato usato amianto senza alcuna precauzione e con la violazione delle regole di sicurezza”, dichiara l’Avv. Ezio Bonanni. “Per questo motivo auspichiamo che il Ministero istruisca al più presto le pratiche in giacenza e liquidi in favore di coloro che sono stati riconosciuti il miglior trattamento riservato alle vittime della criminalità organizzata e del terrorismo».

I numeri dell'amianto nelle Forze Armate

Secondo dati ufficiali del Ministero della Difesa, dal 1993 al 2012, sono stati registrati 405 casi di malattie asbesto correlate con 211 decessi. In particolare: 45 decessi in Aeronautica, 50 nei Carabinieri, 39 nell'Esercito e 77 nella Marina militare mentre nel V Rapporto Mesoteliomi del ReNaM che l’INAIL ha pubblicato nel dicembre 2015 risultano 621 casi di mesotelioma nel solo settore della Difesa.