Morti bianche: a Roma aumentano gli incidenti mortali sul lavoro. I dati Inail
Morti sul lavoro al minimo storico ma è allarme nel Lazio dove crescono le denunce di infortunio
Inail: morti sul lavoro in calo dello 0,8% nei primi sei mesi del 2018. In controtendenza rispetto ai dati nazionali il Lazio e soprattutto Roma dove aumentano gli incidenti mortali.
Secondo gli Open Data Inail, pubblicati on line, le denunce d'infortunio con esito mortale nel Lazio sono state 36 da gennaio a giugno 2017 e 40 nello stesso periodo del 2018. A Roma sono state 23 nel 2017 e 32 nel 2018. Latina è scesa da 5 nel 2017 a 2 quest'anno. Calo anche a Frosinone dove risultano 4 lo scorso anno e 1 nel 2018. Quattro sono state le denunce con esito mortale a Viterbo tra gennaio e giugno sia nel 2017 che quest'anno. Nessuna a Rieti nel 2017, una nel 2018.
Gli incidenti mortali sul lavoro riguardano soprattutto uomini (34 nel 2018 e 32 tra gennaio e giugno 2017) italiani (35 nel 2018 e 30 nel 2017). “I dati rilevati al 30 giugno hanno evidenziato, a livello nazionale - spiega l'Inail - una diminuzione dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 337 a 331, mentre quelli occorsi in itinere, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, sono aumentati di due unità (da 136 a 138). Nei primi sei mesi del 2018 si è registrato un aumento di 18 casi mortali (da 401 a 419) nella gestione Industria e servizi, mentre in Agricoltura i decessi denunciati sono stati 13 in meno (da 56 a 43) e nel Conto Stato nove in meno (da 16 a 7).
L’analisi territoriale evidenzia un incremento di sette casi mortali nel Nord-Ovest, di 12 casi nel Nord-Est e di due al Centro. Diminuzioni si riscontrano, invece, al Sud (-9 decessi) e nelle Isole (-16). A livello regionale spiccano i 16 casi in più del Veneto (da 43 a 59) e i 12 in più della Calabria (da 5 a 17). Cali significativi si registrano, invece, in Abruzzo (da 28 a 7), teatro nel gennaio 2017 delle tragedie di Rigopiano e Campo Felice, in Sicilia (da 42 a 25) e in Puglia (da 29 a 15).
Il decremento rilevato nel confronto tra i primi sei mesi del 2017 e del 2018 è legato alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono stati nove in meno (da 427 a 418), mentre quella femminile ha registrato cinque casi in più (da 46 a 51). La diminuzione ha interessato solo le denunce dei lavoratori italiani (da 406 a 391), mentre quelle dei lavoratori stranieri sono aumentate di 11 unità (da 67 a 78).
Dall’analisi per classi di età emerge come una morte su due abbia coinvolto lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni, per i quali si è registrato un incremento tra i due periodi di 31 casi (da 203 a 234). In diminuzione, invece, le denunce che hanno riguardano gli under 34 (da 76 a 71), i lavoratori tra i 35 e i 49 anni (da 159 a 132) e gli over 65 (da 35 a 32). Nel primo semestre del 2018 si sono verificati nove incidenti plurimi, ovvero eventi che hanno provocato la morte di almeno due lavoratori contemporaneamente, con 23 decessi, contro gli otto incidenti plurimi del primo semestre 2017, che hanno provocato 28 decessi (11 dei quali nella tragedia di Rigopiano). I dati dell'Inail analizzano inoltre le denunce di malattie professionali che nel Lazio sono state 2.173 tra gennaio e giugno del 2018 e 2.087 nello stesso periodo 2017. Nel dettaglio a Roma sono state 913 nel 2018 e 864 tra gennaio e giugno 2017, a Latina 407 nel 2018 e 348 l'anno scorso, 390 a Frosinone nel 2018 e 308 nel 2017, a Rieti 263 nel 2018 contro le 300 denunce del 2017. A Viterbo 200 quest'anno e 267 nel 2017.
A livello nazionale “dopo la diminuzione registrata nel corso di tutto il 2017, in controtendenza rispetto al costante aumento degli anni precedenti, - analizza l'Inail - nel primo semestre del 2018 le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail sono tornate ad aumentare, anche se a un ritmo più lento rispetto alle cinque rilevazioni mensili precedenti. Al 30 giugno 2018, infatti, l’incremento si attesta al +2,5% (pari a 789 casi in più rispetto allo stesso periodo del 2017, da 31.432 a 32.221). Si tratta della variazione più bassa dopo il +14,8% di gennaio, il +10,3% di febbraio, il +5,8% di marzo, il +5,5% di aprile e il +3,1% di maggio. L’aumento ha interessato tutti i comparti: nell’Industria e servizi le denunce di malattia professionale sono aumentate dell’1,3% (da 24.840 a 25.161), in Agricoltura del 7,0% (da 6.241 a 6.675) e nel Conto Stato del 9,7% (da 351 a 385). L’analisi territoriale ha evidenziato incrementi delle tecnopatie denunciate al Sud (+564 casi), dove si concentra quasi un quarto del totale dei casi protocollati dall’Istituto, al Centro (+465), dove i casi denunciati sono oltre un terzo del totale, e nel Nord-Ovest (+69). In calo, invece, il dato di Nord–Est e Isole, pari rispettivamente a -57 e -252 casi. In ottica di genere si rilevano 785 denunce in più per i lavoratori (da 22.792 a 23.577) e quattro in più per le lavoratrici (da 8.640 a 8.644). L’incremento ha interessato prevalentemente le denunce dei lavoratori italiani (+733), rispetto a quelle dei lavoratori stranieri (+56). Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (18.340 casi), con quelle del sistema nervoso (3.652) e dell’orecchio (2.383), continuano a rappresentare le prime tre malattie professionali denunciate (pari a circa il 76% del complesso). Seguono le denunce di patologie del sistema respiratorio (1.396) e dei tumori (1.209)".