Roma

Mucciante, il romano che corre nell'etere. Rai Radio1 vola sulle ali dell'audience

L'etere accenna a un momento di stallo con cali di audience dell'1,5 per cento e lui festeggia l'anno alla guida di Radio 1 con un bel +9,5. Lo chiamano "l'uomo dei miracoli", il direttore che ha preso in braccio la seconda rete radiofonica di viale Mazzini e l'ha trasformata in un fenomeno e poi, quando il Cda gli ha chiesto di spostarsi a Radio 1, ha bissato il successo.
I numeri di Radio 1 a trazione Flavio Mucciante parlano chiaro: 4.181.000 ascoltatori nel giorno medio, che diventano 4milioni 206mila nei feriali e 4 milioni 376mila la domenica. Lo share è passato dal 4,9 di un anno fa al 5,5 di oggi (con un balzo superiore al 10 per cento), il quarto d'ora medio su base annua è aumentato di oltre il 13 per cento. La sua è una formula semplice: andare dove gli altri non vanno, aprendo le paludi di Saxa Rubra per entrare prepotentemente nel regno dei grandi numeri delle radio italiane, al grido di "la radio va fatta per essere ascoltata", e se poi i grandi network commerciali storcono la bocca, "chissenefrega". Non è concorrenza, "ma qualità".
A Radio 2 ha firmato trasmissioni cult come Chiambretti Ore 10, Caterpillar Am, Radio 2 Social Club e ha portato in tv multimediale il SeiUnoZero di Lillo e Greg. Finito il lavoro sulla Rete 2 ha ricominciato da capo sul canale 1. E qui in appena un anno ha portato a casa quasi quattrocentomila ascoltatori nel giorno medio con un aumento del 10%. La "chiave" che ha convinto chi di radio non può fare a meno è una ricetta semplice semplice: non cambiare natura ma dare energia alla natura intrinseca del canale. Se a Radio2 si ballava, rideva e cantava come solo Arbore avrebbe potuto fare, a Radio1 la barra è tutta sulla modernità della radio di informazione. E Mucciante riempie l'etere di temi caldi come "la giustizia, il diritto al lavoro e alla salute, raccontando il dramma della terra dei fuochi e i naufragi di migranti nel Canale di Sicilia come la crisi mediorientale o le nuove inquietanti minacce del terrorismo islamico". Dalle auto e dalle case gli italiani si appassionano alla qualità dell'informazione, voluta da un romano, un giornalista di matrice cattolica (è nato professionalmente all'Avvenire e poi "emigrato" alla Radio Vaticana), che però non hai mai rinunciato alla visione laica del lavoro e della notizia, sino ad accettare la satira feroce e irriverente di personaggi come Fiorello o Lillo&Greg che non hanno mai "fatto prigionieri" a furia di risate.
E visto che in Radio vince chi fa i numeri, il buon Mucciante si diverte pure a stuzzicare i provati. Commenta i numeri di un anno di Radio 1 e affonda: "Diretti concorrenti di Radio1 sono per profilo editoriale Radio24 e Radio Capital. La prima, fortemente sostenuta dal gruppo Sole 24 ore con importanti campagne di brand, in termini di ascolto vale però meno della metà di Radio1. Dal 10 novembre scorso realizza due appuntamenti quotidiani di news per Rds, "quasi a voler mettere nero su bianco che le due radio, di informazione e intrattenimento, corrono parallelamente in due mercati differenti". Non pago usa il paragone televisivo: "Un po' come se La7 avesse fatto un accordo con Italia 1".
Quindi presenta l'ultima creatura: "RidiRai - Luci del Varietà", formato dall'imitatore Dario Ballantini in coppia con Massimo Licinio. Una lezione di storia del Paese, ripercorrendo quella del varietà radiofonico dagli Anni Sessanta ad oggi. L'appuntamento è al sabato alle 9,30.