Roma

Muore in carcere dopo due mesi di coma. La Procura indaga per omicidio

Il caso del trentasette romano Stefano Crescenzi in carcere a Napoli: in coma dopo aver rifiutato il cibo

La procura di Napoli ha aperto un fascicolo di indagine a carico di ignoti - per omicidio colposo -  in merito alla morte di Stefano Crescenzi, il tretasettenne romano deceduto in ospedale, a Napoli, mentre si trovava in stato di detenzione malgrado fosse in coma da circa due mesi.

 


Il pm titolare ha disposto una perizia medico-legale per accertare le cause della morte di Crescenzi. Il prossimo 2 febbraio saranno conferiti gli incarichi per gli accertamenti a tre esperti e, nella medesima circostanza, gli avvocati che avevano difeso Crescenzi in giudizio nomineranno un proprio consulente che seguirà l'autopsia.

La condanna

Crescenzi era stato condannato in primo grado a 23 anni di reclusione per l'omicidio di Giuseppe Cordaro. Detenuto nel carcere di Livorno, Crescenzi era finito in coma dopo aver rifiutato a lungo il cibo, ed era stato trasferito prima al centro clinico della casa circondariale di Napoli-Secondgliano e poi presso l'ospedale Giovanni Bosco, dove si è spento.
I due avvocati di Crescenzi, di fronte all'aggravarsi della situazione di salute del loro assistito, avevano sollecitato più volte, con diverse istanze, la scarcerazione del trentasettenne per consentire ai suoi familiari di scegliere una struttura sanitaria più adeguata alle sue esigenze.