Museo privato coi reperti antichi rubati a casa di un imprenditore romano
Recuperati reperti archeologici romani venduti sul web: il valore è di 900mila euro
Vasi antichi, una scultura a forma di testa di cavallo e una che riproduce il capo di un toro: un imprenditore romano aveva creato il proprio museo archeologico privato a casa propria, comprando reperti rubati.
A scoprirlo e a recuperare la refurtiva sono stati i carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale. I reperti ritrovati in due distinte operazioni investigative sono di epoca compresa tra il IV sec. a.C e il II sec. d.C., e hanno in totale un valore di oltre 900mila euro.
A cadere nella rete dei Carabinieri, un immobiliarista romano che, senza che vi fosse alcuna conoscenza da parte degli uffici competenti del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact), aveva allestito un piccolo museo privato con decine di reperti archeologici. Nella perquisizione domiciliare, sono stati rinvenuti decine di reperti archeologici, prevalentemente ceramici, databili tra il IV sec. a.C. ed il II sec. d.C.. Tra i beni spiccano, per interesse storico-artistico, alcuni crateri di ottima fattura e due eccezionali teste da coroplastica architettonica, una taurina ed una equina, verosimilmente pertinenti un gruppo scultoreo di notevoli dimensioni.
La seconda operazione, invece, si è sviluppata grazie al monitoraggio di alcuni siti internet. Una colonna romana in tufo era stata addirittura messa in vendita su un profilo Facebook. L'inserzionista non aveva né i permessi di detenere, né tantomeno di rivendere il reperto, che è stato sequestrato.
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