Roma

'Ndrangheta ai Castelli: GdF sequestra beni immobili per oltre 5 milioni

Scarfone dal carcere gestiva le sue attività illecite. Ai Castelli Romani i 27 immobili sequestrati

Sequestrato l’impero al boss 'ndranghetista, Domenico Scarfone, del clan Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo, in carcere dal 2013 per reati reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidi, intestazioni fittizie di beni e investimento di denaro di provenienza illecita.

La confisca ha interessato 27 immobili localizzati ad Albano Laziale, Genzano di Roma, Ariccia e Lampedusa, acquistati con i soldi delle attività illecite e intestati a familiari e terzi compiacenti, per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro.
Anche dal carcere in cui è recluso, il boss calabrese Scarfone era in grado di portare avanti le sue attività illecite, riuscendo ad allungare le mani anche nell’imprenditoria laziale. Complici dei reati avvocati, soggetti vicini al mondo delle aste giudiziarie e l’ex moglie, considerata “banchiera di fiducia”, raggiunta da un provvedimento di custodia cautelare.

Dopo mesi di indagine, numerose perquisizioni e minuziose ricerche che hanno rilevato una sproporzione tra la consistenza patrimoniale e i redditi ufficialmente dichiarati al fisco dal capo 'ndranghetista, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, sulla base di un provvedimento di sequestro emesso dalla Sezione specializzata Misure di Prevenzione del tribunale ordinario di Roma e su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale.