Roma
'Ndrangheta, maxi blitz fra Anzio e Nettuno: in manette anche due Carabinieri
Droga, sversamento di rifiuti e infiltrazioni nella pubblica amministrazione e nella politica. Il clan aveva colonizzato il litorale
Maxi blitz della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ai danni della 'ndrangheta: 65 persone finiscono in custodia cautelare con l'accusa di infiltrazione mafiosa. Arrestati anche due carabinieri per il reato di rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, uno dei due militari è accusato anche di concorso esterno in associazione mafiosa.
Sgominato da parte dei Carabinieri del Comando provinciale di Roma, su disposizione della Dda, alle prime luci dell'alba un clan mafioso operante sul litorale fra Anzio e Nettuno. Anche l'ultras della Lazio Diabolik chiese aiuto al clan.
Il clan controllava il litorale romano
Il clan aveva preso il controllo del territorio infiltrandosi nella pubblica amministrazione e gestendo le operazioni di narcotraffico internazionale. Fin dalle prime ore dell'alba si sono susseguiti una serie di sequestri e di perquisizioni anche presso gli uffici comunali di Anzio e Nettuno per trovare documenti utili alle indagini in riferimento alla gestione e allo smaltimento illegale di rifiuti.
65 persone in custodia cautelare
Alle 65 persone arrestate, di cui 39 in carcere 26 agli arresti domiciliari, vengono contestate, a vario titolo, le accuse di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, la cessione e detenzione ai fini di spaccio, estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco, fittizia intestazione di beni e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato dal metodo mafioso.
Traffico di 258 chili di cocaina
Le indagini dei carabinieri hanno consentito di ricostruire fra l’altro l’importazione di 258 chili di cocaina avvenuta nella primavera 2018, tramite un narcotrafficante colombiano, disciolta nel carbone e poi estratta all’interno di un laboratorio allestito a sud della Capitale. Parte della droga, circa 15 chili, è stata trovata in una valigia che era stata nascosta nell’abitazione della sorella di uno degli appartenenti al gruppo criminale. Fra gli obiettivi del clan anche quello di acquistare e importare da Panama circa 500 chili di cocaina nascosti a bordo di un veliero che in origine veniva utilizzato per regate transoceaniche. L’operazione è però andata in fumo quando gli arrestati sono venuti a conoscenza di indagini in corso nei loro confronti.
Due carabinieri arrestati
Le indagini svolte dai carabinieri si sono concentrate anche su due militari e hanno evidenziato indizi in relazione alla rivelazione di informazioni riservate a favore del gruppo criminale ‘ndranghetista. Uno dei due carabinieri raggiunto dal provvedimento è stato condotto in carcere mentre l'altro è agli arresti domiciliari.
Ordinanza di custodia cautelare
Dall'ordinanza di custodia cautelare del gip di Roma Livio Sabatini si legge: “L’intera indagine ha delineato il ruolo apicale ricoperto da Giacomo Madaffari, a capo del locale di ‘ndrangheta da molti anni e promotore dell’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. La disamina degli elementi probatori contenuti nei capi ascritti a Madaffari ha rivelato, da un lato, una formidabile capacità direttiva e di controllo del territorio e, dall’altra, l’abilità nell’evitare contatti diretti con i sodali. La custodia cautelare in carcere è l’unica misura adeguata per il perseguimento di tutte le esigenze cautelari (incluso il pericolo di fuga potendo Giacomo Madaffari contare su numerose conoscenze criminali in Calabria). Presidio cautelare indispensabile, in concreto, in ragione della caratura criminale dell’indagato”.
Il Gip: “Legami fra 'ndrangheta ed esponenti politici di Anzio e Nettuno”
Sempre nell'ordinanza del Gip si legge di “una significativa penetrazione nel tessuto economico e politico nella zona di Anzio e Nettuno”. Anche in occasione delle elezioni comunali, del maggio 2019 a Nettuno, il cui consiglio comunale era stato sciolto nel 2005 per infiltrazioni mafiose, uno degli indagati "si era attivato per convogliare i voti su uno dei consiglieri eletti nella lista del sindaco Alessandro Coppola”, che a quanto si apprende, non è indagato nell'inchiesta.Sempre nell'ordinanza si legge: “Il capo dell’organizzazione, Giacomo Madaffari, rivendicava la sua amicizia con il sindaco di Nettuno Coppola e manifestava il rischio che sarebbe disceso dall'accostamento della sua persona a quella di Coppola". E poi l'intercettazione: "Ci arrestano ... e...cacciano pure Coppola'".
Le intercettazioni
Il gip Sabatini ha aggiunto: ''Le intercettazioni dimostrano che i componenti della locale 'ndrangheta si sono anche avvalsi della forza di intimidazione derivante dall'appartenenza al vincolo associativo per l'ottenimento degli appalti' di gestione del litorale'.
In una conversazione intercettata, uno degli indagati ricordava di aver minacciato un uomo aggiudicatario di un appalto di lavori per la manutenzione delle scuole. Le intercettazioni riportate: "E com'è che stai a fare le scuole ad Anzio? E' il primo intervento che fai? Ecco, dico, basta! Non li fai più perché ad Anzio ci stanno otto autospurghi… Devi venire te da Aprilia dico a fare il malandrino ad Anzio''. ''Perché ad Anzio che c'è la mafia?'', ''no ad Anzio non c'è la mafia ad Anzio, c'è la gente che va a lavorare dico, e su un comune come Anzio non devo lavorare io, devono lavorare gli autospurghi di Anzio''. L'uomo, al telefono, dichiarava anche di essersi recato direttamente in comune per intimare a una consigliera e al marito di "non compiere ulteriormente simili atti di aggiudicazione'' .
Diabolik si rivolse al clan
Nel giro della 'ndrangheta anche un ristoratore di Anzio e l'ultras della Lazio Piscitelli. Il gip ha infatti aggiunto: "La riconosciuta autorità criminale del sodalizio”emerge anche dal fatto che un ristoratore di Anzio vittima di un’estorsione, e il suo socio occulto Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik (ucciso il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti, ndr.), si erano rivolti al gruppo per cercare aiuto e sostegno".