Roma

Negozi chiusi la domenica. Posti a rischio e turisti in fuga: è coro di “no”

Il governo Lega-M5S lancia lo stop domenicale, ma i negozianti romani insorgono

di Massimiliano Martinelli

Negozi di tutta Italia chiusi la domenica. Il governo Lega-M5S lancia lo stop domenicale per gli esercizi commerciali, ma da Roma cresce il malcontento. Posti di lavoro a rischio e turisti in fuga: cresce il partito del "no".

 

La "bomba" sganciata dal vicepremier Di Maio divide e fa discutere, con i nostalgici della domenica senza negozi da un lato, ed i grandi negozianti, ma non solo, dall'altro. A guidare la fazione dei contrari Federalberghi Roma, che dà un parere fortemente negativo al dietrofront sulle liberalizzazioni, giudicato come un passo indietro per l'appeal e le potenzialità della Capitale. Ne parla ad Affaritaliani.it Giuseppe Roscioli, numero uno, su Roma, dell'associazione di categoria: "Io la vedo in questo modo, sono liberista: la libertà deve essere totale. Non ci devono essere restrizioni, vale in generale per tutto. In un mercato libero non ci dovrebbero essere obbligo, anche in questo caso non ci dovrebbe essere”.

Parole più che mai valide per Roma, chiamata però ad adeguarsi allo scenario a livello nazionale. "Se Roma vuole diventare città progressista non deve - prosegue Roscioli - In altre capitali europee non ci sono certi vincoli. Se uno vuole stare chiuso è una libera scelta, chi vuole essere aperto resti aperto. Se Roma ha ambiazioni mondiali mi sembra anacronistico. Lo ritengo decisamente inopportuno”.
 

Impossibile poi non pensare alle possibili ripercussione sul turismo. Roma, già capitale del mordi-e-fuggi, rischia di perdere ulteriormente di fascino davanti ai visitatori stranieri? "Ovviamente un turista che sa che i negozi sono chiusi potrebbe scegliere di portare i propri soldi da una altra parte - avverte ancora Roscioli -  Se io sò che a Roma i negozi sono chiusi la domenica, magari scelgo di andare a Parigi e Barcellona e questi sono investimenti che vanno perduti. Anche per questo mi sembra inopportuno intervento dello Stato”. Molti svantaggi e pochi, pochissimi, i vantaggi per il numero uno di Federalberghi, che non vede passi in avanti neanche per i piccoli commercianti: “È ovvio che la grande distrubuzione ha regole diverse dal commerciante di strada - conclude Roscioli - In un centro commerciale ci si passa una giornata intera, non è la stessa cosa. Se però parliamo di Roma, specie nel centro storico, il problema non si crea. Ripeto: non può essere una legge che decide cosa accade a Torpignattara, all'Eur o al centro. Ritengo più saggio lasciare la decisione ai privati".
 

Sulla stessa lunghezza d'onda si colloca Massimo Pedone, direttore amministrativo e del personale di un'azienda romana operante nel settore della torrefazione e della grande distribuzione.

 

“Il nostro è un parere estremamente negativo - dichiara Pedone - Stimiamo ritorni estremamente negativi, è una misura recessiva, non di crescita. Una misura del genere porterebbe ad una riduzione del personale a libro paga. Attualmente abbiamo 10 negozi e 700 dipendenti, ma secondo i primi calcoli ci sarà una contrazione delle risorse addette”.

Quali sarebbero le primi risorse ad essere tagliate?

"Diversi nostri competitor hanno molti part-time verticali per tre giorni, venerdì-sabato-domenica. Immagino un problema simile per noi. Abbiamo i turnisti, con 6 giorni di lavoro settimana. Quasi tutti hanno una domenica sì e una no, nel tentativo di garantire il giusto riposo durante l'intero anno. Con un decremento di fatturato si dovrà ragionare sul numero dei posti di lavoro. Stiamo ragionando per ipotesi, ma immagino che i più a rischio siano i contratti a tempi determinati o part-time verticali. Se avessimo solamente una realtà industriale sarebbe ugualmente grave, ma dal lato retail-commercio la nostra è una opinione fortemente negativa.”.

Sarebbe eventualmente possibile per voi recuperare quell'unico giorno di chiusura?

“Noi siamo presenti in realtà come Roma-nord, dove la domenica facciamo grandi risultati in fatturato. Non c'è la certezza che persone che perderemmo nel weekend si possano recuperare nel corso della settimana, anzi. Il rischio di perdere quelle fasce di fatturato è molto alto”.