Roma

Nel presepe Gigi Proietti e Nicola Piovani. Corchiano, presepe show. Poi si mangia

Se il Natale è sinonimo di spiritualità a buona cucina, a Corchiano sembrano aver trovato la formula magica: ad affiancare uno dei Presepi Viventi più suggestivi d’Italia, infatti, saranno le ricette tipiche di questo borgo in provincia di Viterbo, piatti dal gusto unico basati su materie prime di grandissima qualità. E per gli amanti della tradizione, il presepe vivente rinnova l'appuntamento con le musiche di Nicola Piovani e la voce narrante di Gigi Proietti.
Dal sacro al profano: è il caso delle bertolacce, delle sottilissime crepes a base di uova, acqua e farina, arrotolate e spolverate abbondantemente con pecorino; oppure delle pizze fritte e delle pizze alla corchianese condite con pomodoro, cipolla tagliata sottile, basilico, pecorino e acciughe. Vere e proprie delizie da gustare il 25, 26 e 27 dicembre e l’1, 2, 3, 5 e 6 gennaio tra una rappresentazione e l’altra del Presepe, organizzato all’interno di location davvero unica come il “Monumento Naturale delle Forre”, al quale si accede mediante un’imponente tagliata viaria di epoca etrusca scavata nel tufo. Nelle vie del centro storico sarà inoltre possibile incontrare decine di produttori locali che proporranno il meglio della gastronomia di questo tratto dell’Alto Lazio: vini bianchi e rossi, olio extravergine di oliva, nocciole, granelle, creme e dolci secchi a base di nocciole come tozzetti, cazzotti e ciambelline all'anice e al vino.
Nei forni, nelle pasticcerie e nei ristoranti del paese i visitatori più golosi potranno scoprire i particolari panettoni alla nocciola e alla castagna, oppure assaggiare primi piatti a base dei prelibati funghi porcini della zona. Centro di origini antichissime che affonda le sue radici nell’antica Fescennium, una delle città più importanti della civiltà Falisca, Corchiano conserva un grazioso centro storico ed è circondata da tombe rupestri risalenti al IV - III Secolo a.C. e dalla suggestiva “la Cava di S. Egidio”, una profonda strada scavata nel tufo alta più di 10 metri che conserva sulle pareti due iscrizioni etrusche.


Rubrica a cura di Fuoriporta