Roma

Nerone, il musical: vince il Palatino e l'omaggio a Renato Zero. Perplessi

Chi c'era alla “prima” del kolossal con l'imperatore rock partito con un'ora di ritardo

di Emma Evangelista


Nerone, un'attesa lunga per un musical che si annunciava come incendiario per le menti e per le orecchie. Costruito a tavolino da ben sei maestri dello spettacolo che vince grazie alla complicità del Palatino e delle scenografie da brivido ma non convince. Soprattutto perché Nerone che brucia Roma ricorda molto l'imperatore Renato Zero.


All'anteprima del kolossal tutto rock il jet set romano ha atteso due ore in fila, senza mormorare, l'inizio di quella che si annunciava come la madre di tutti i musical, firmato da Franco Migliacci, Gino Landi, Dante Ferretti, Gabriella Pescucci, Francesca Lo Schiavo e Luise Bacalov. In platea tutti i fotografi si dividevano tra Francesco Rutelli e Barbara Palombelli, Roberto D'Agostino e i Sovrintendenti di Roma, mentre in attesa dell'inizio si aggiravano Luca Barbareschi e Claudio Strinati a salutare amici e conoscenti tantissimi i vip e i volti della tv noti e meno noti che hanno riempito gli spalti per l'inaugurazione.

Un musical studiato a tavolino da nomi altisonanti che hanno fatto la storia e la fortuna della musica, del teatro e del costume che hanno creato sul Palatino uno spettacolo suggestivo per gli effetti scenografici ma che lascia perplessi per i testi, conditi da alcune battute triviali e forse troppo esplicite, mentre lo spettatore s'interroga sulle somiglianze evocative di alcune canzoni che forse vogliono essere un omaggio ad artisti di successo come Loredana Bertè o Renato Zero, quasi fossero cammei da grande schermo. E proprio a sua maestà Renato Zero sembra ispirato il personaggio di Nerone che nel primo atto si trasforma in imperatore 'rock' con tanto di festa in discoteca, giacca di paillette e tacchi alti, evocando più la caricatura di una drag queen che quella di un giovane imperatore tormentato e che del grande Renato  innovatore e re dei sorcini evoca il colore ma non la capacità di sorprendere e cambiare la storia della musica con parole importanti.

Coreografie entusiasmanti
Invece, le coreografie, le scene e i costumi sono davvero entusiasmanti, così come le realizzazioni grafiche, i giochi di luce e le proiezioni olografiche che rendono maestoso ed imponente lo show dall'inizio fino al famigerato incendio che tanto ha preoccupato e impegnato la soprintendenza capitolina nella difesa del Palatino. I numeri dello spettacolo sono imponenti come si addice ad un'opera che parla di un imperatore romano, con 28 cambi di scena e 36 pezzi musicali ed un corpo di ballo che cambia insieme agli attori che vestono 300 abiti.
Una prima ricca di colpi di scena, dovuti, forse, ad un'attesa troppo estenuante per un pubblico non più giovanissimo che tra il primo e il secondo atto (a mezzanotte) si è dimezzato ed ha preferito ritirarsi in buon ordine.