Nina Moric in “vacanza” in Siria: “Assad è un grande presidente. Un eroe”
“Nessuno parla del mio viaggio, ma se sono in perizoma lo dicono tutti i giornali”
“Sono stata la prima turista italiana ad andare in Siria dopo 6 anni, se ne è parlato in tutto il mondo meno che in Italia", lamenta la modella croata Nina Moric.
Intervistata da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, la showgirl ha parlato della sua visita in Libano – presso un campo profughi - e in Siria come se fosse stata in vacanza.
Una notizia a detta della Moric che è rimbalzata sui giornali di tutto in mondo, tranne in Italia, dove la modella risiede: “Se mi fossi trovata in un albergo affacciata in perizoma ne avrebbero parlato tutti i quotidiani. Quando invece vado ad informarmi e a vedere con i miei occhi quello che veramente succede, nessuno ne parla", ha dichiarato.
Ha definito il viaggio nel territorio in guerra “un'esperienza fantastica”, lamentando ai microfoni di Radio Cusano Campus l'assenza di turisti nei pressi dei campi profughi: “La prima tappa è stata in Libano, ho visitato il campo profughi e sono rimasta senza parole, lì muoiono dieci persone all'anno soltanto per le scosse elettriche che prendono. Vivono in condizioni disperate, non hanno nessuno che li aiuti, hanno creato il loro piccolo esercito e si difendono da soli. Lì non vanno mai i turisti, è un posto abbandonato a sé stesso”.
Chiarissimo, poi, il suo punto si vista su Bashar al-Assad: “Ci sono troppe fake news. Assad è un grande presidente, è un eroe. E il suo popolo lo ama. La sinistra mi ha criticato, me ne hanno dette di tutti i colori, mi hanno dato della razzista, ma Assad è un grande, l'ho visto con i miei occhi. Ci sono state tante fake news sulla Siria, le armi chimiche non le ha usate lui. Io ho parlato con le persone, con la gente, ho sempre pensato che Assad fosse un bravo presidente, ma in Siria ne ho avuto la dimostrazione. Non è un terrorista, deve essere aiutato. Damasco è veramente povera, anche se è bellissima. La gente vive in una realtà che non possiamo neanche immaginare. Lì ho visto veramente la povertà, qui invece questi ragazzi che sono parcheggiati sulle strade, nelle stazioni, che non scappano dalla guerra e vivono qui in condizioni pietose. Aiutiamo loro e non aiutiamo il popolo siriano? L'umanità dove è finita? Se non possiamo portarli qui, almeno aiutiamoli lì. Dal punto di vista economico sono stati abbandonati a sé stessi".
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