Roma
Nomadi, Alemanno attacca Raggi: “Non scarichi la colpa sui suoi predecessori”
Per l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno il caos sui nomadi nella Capitale è colpa della Giunta Raggi
Torre Maura prima, Casal Bruciato poi: i nomadi a Roma sono un argomento di conflitto. E sulla questione l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno attacca Virginia Raggi: “La colpa è la sua, non scarichi la responsabilità sui suoi predecessori”.
Parole al veleno quelle pronunciate dall'ex sindaco della Capitale Gianni Alemanno verso Virginia Raggi. Alemanno infatti è intervenuto così sulla vicenda case popolari ai nomadi: “La Giunta Raggi fa molta confusione sui nomadi e cerca, come al solito, di scaricare le proprie responsabilità sui suoi predecessori. La mia Giunta comunale aveva categoricamente escluso i nomadi dall’assegnazione delle case popolari. È vero che la nostra delibera per l’assegnazione delle case popolari dava precedenza alle famiglie più numerose (e siamo molto fieri averlo fatto) ma, proprio perché avevamo constatato che in questo modo erano avvantaggiate le grandi famiglie Rom”.
La Giunta Alemanno aveva infatti approvato una determina dirigenziale che escludeva categoricamente dall’assegnazione delle case popolari chi già risiedeva in un campo nomadi. “Questa determina – spiega l'ex sindaco - è stata cancellata prima dalla Giunta Marino e poi dalla Giunta Raggi e proprio per questo in questi ultimi anni si stanno moltiplicando le assegnazioni di case popolari ai nomadi che già sfruttano la nostra città rimanendo da anni accampati nei campi più o meno regolari”.
“Il lavoro della nostra Giunta – conclude Alemanno - fu intenso su questa emergenza: abbiamo chiuso 9 campi tollerati, tra cui il famigerato Casilino 900, e fatto più di 1.200 sgomberi di accampamenti abusivi. Per chiudere definitivamente i campi nomadi bisogna continuare su questo percorso di legalità, interrotto da Ignazio Marino quando divenne sindaco, che costringe i nomadi ad andarsene o a diventare cittadini come tutti gli altri che rispettano le regole, lavorano e pagano le tasse e i normali affitti per una casa. Sono moltissimi i casi di famiglie nomadi che rimangono nei campi nonostante abbiano redditi, più o meno leciti, assolutamente significativi.”