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Roma
Nomadi, armi e droga, rivoluzione nel campo di Castel Romano. Tolleranza zero

Camping Rivero sgomberato, arresti e denunce per i roghi a Salone e ora il campo nomadi di Castel Romano. A Roma tolleranza zero contro i campi nomadi.

Un'operazione congiunta tra Polizia di Stato e Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale con l'ausilio dei cani antiesplosivi per la ricerca di armi, volta all' identificazione ed al controllo delle persone effettivamente residenti nel campo. Le attività, che vedono impiegato il reparto cinofili della Polizia di Stato, sono volte anche alla verifica delle numerose segnalazioni circa l'esistenza dell'attività d spaccio di sostanze stupefacenti all' interno dell'insediamento.

E mentre Polizia e Vigili setacciavano il campo, i Carabinieri della Stazione Roma Tor de’ Cenci hanno arrestato, in esecuzione di misura cautelare di collocamento in comunità, due minorenni, un 15enne ed un 16enne, nati in Italia, con precedenti, entrambi domiciliati presso il campo nomadi di Castel Romano, che nel mese di giugno scorso avevano commesso una rapina ai danni di una 16enne che viaggiava sull’autobus Cotral in direzione Roma.

I due indagati, nell’occasione, si trovavano a bordo dell’autobus quando, giunti all’altezza della fermata presente in prossimità del campo nomadi, nel momento in cui si aprirono le porte, colpirono al volto la ragazza che era seduta in compagnia della madre, asportandole il telefono cellulare e fuggendo poi in direzione del campo. I Carabinieri della Stazione Roma Tor de’ Cenci sono riusciti, al termine di capillari accertamenti, ad individuare i due responsabili che sono stati poi riconosciuti anche dalla vittima e dalla madre quali responsabili della rapina. Gli arrestati sono stati collocati in una comunità della Capitale.

Le indagini dei Carabinieri proseguono al fine di accertare la loro eventuale responsabilità nella commissione di analoghi reati compiuti in zona.

Sul blitz di Castel Romano è intervenuto il Sindacato UGL PL , che in una nota del Coordinatore Romano Marco Milani dichiara: "Per anni abbiamo denunciato le precarie condizioni di sicurezza dei caschi bianchi romani, impiegati in inutili quanto rischiosi piantonamenti, ad insediamenti che si erano nel tempo trasformati in vere e proprie enclavi di illegalità diffusa. Diamo atto a Comando Generale ed Amministrazione Comunale, di essere riuscito finalmente a cambiare l'approccio, demandando le attività di controllo ad operazioni anche in sinergia con altre forze, finalmente efficienti e svolte in numero di operatori tali, da garantire la sicurezza e la tutela dei lavoratori impiegati”.

E aggiunge: “Non più meri quanto inutili piantonamenti di facciata ma efficienti interventi di ripristino di legalità e sicurezza in dei luoghi, per troppo tempo abbandonati a se stessi. Nell'auspicarci il prosieguo di tali modalità operative, non possiamo non esprimere il nostro plauso e la nostra soddisfazione per aver recepito il grido della categoria, rimasto purtroppo inascoltato per troppi anni".

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