Roma
Non chiamatela Beirut. Eur, arriva Telecom. Entro il 2015 nuova vita per le torri Ligini
Tornano alla destinazione di uffici le Torri di Ligini a l'Eur: 65 mila metri quadri che saranno recuperati per la nuova sede centrale di Telecom. L'annuncio dell'assessore alla Trasformazione urbana Giovanni Caudo dopo l'incontro con il responsabile di Telecom Italia, dottor Pierfrancesco De Martino, e di CDP immobiliare, proprietario dell'immobile, dottor Giovanni Paviera: "Abbiamo ufficializzato l'avvio del progetto di recupero che avrà una valenza non solo edilizia ma anche urbana. Lunedì ci sarà già il primo incontro tecnico. L'obiettivo è aprire i cantieri entro l'anno".
Situate proprio di fronte al cantiere della Nuvola di Fuksas, le torri Ligini e note anche come le Torri ex Ministero delle Finanze, ritenute edifici di grande valenza architettonica e parte saliente della seconda fase di crescita del quartiere, dopo essere state bonificate dall'amianto sono in stato di abbandono tanto da far meritare all'area il triste appellativo di "Beirut" in ricordo delle devastazioni della guerra civile libanese.
Alla fine degli anni ’90 le Torri dovevano essere trasformate in alberghi per il realizzando Centro Congressi ma nel 2002 diventano parte del protocollo tra il Ministero delle Finanze e il Comune per la realizzazione del progetto “Campidoglio due”. Così nell’ambito delle dismissioni di Tremonti, sono trasferite a Fintecna poi ad una cordata costituita da imprenditori privati e altri enti di proprietà pubblica.
Nel 2007 iniziano le opere di “manutenzione straordinaria” delle Torri, consistenti nello smontaggio e sostituzione degli infissi e nella demolizioni delle pareti interne per ridistribuzione funzionale, e nel febbraio 2008, al momento della definitiva approvazione del piano regolatore di Veltroni, viene bocciata la variante urbanistica predisposta dall’assessore al Patrimonio Claudio Minnelli per le Torri, che ne avrebbe autorizzato la demolizione. Nel 2009 la DIA per “la manutenzione straordinaria” delle Torri viene chiusa con una comunicazione della proprietà al Municipio in cui si attesta la volontà di non completarla. Pertanto gli edifici vengono lasciati nello stato in cui si trovano, ma nessun organo di controllo interviene.
La crisi del mercato edilizio blocca la demolizione e la costruzione del progetto di Renzo Piano, la cosidetta scatola di cristallo. La proprietà Alfiere srl, di cui è azionista anche la società di Ligresti, non ritira il permesso di costruire. Il resto storia recente con la costruzione dell'hotel "la Lama", un sottile palazzone in vetro che da un lato nasconde la Nuvola e dall’altro si affaccia sui due scheletri di grattacieli di 16 piani. Non si può finire la Nuvola se non si finisce e si vende la Lama che “diventerà un albergo” che però non si può completare se non si restaurano le Torri. Ora per l'Eur arriva il momento di guardare avanti.