Nubifragio, Roma si blocca come nel 2014: eppure Raggi aveva la soluzione
"Bloccare la città non mi sembra una grande idea": ora ci ha ripensato
Piove due ore e Roma si allaga. Le strade diventano fiumi in piena e bloccano automobili, scooter e pedoni. Il centro storico diventa una pozza da guadare con gli stivali, ma è una litania che i cittadini della Capitale conoscono bene e che si ripete da anni, nonostante i cambi di giunta e il susseguirsi di partiti diversi a capo del Campidoglio. Quando a Roma piove, tutto si blocca.
Un ritornello che sta facendo impazzire la sindaca Virginia Raggi e che la mette in una posizione scomoda. Era il 2014 quando sul suo profilo Facebook, in un post pubblico si lamentava di come erano gestiti i nubifragi nella Capitale: “Oggi in previsione di un evento meteo catastrofico definito “bomba d'acqua”, Roma è stata sostanzialmente bloccata”. Esattamente 3 anni fa: era il 6 novembre e la città era rimasta paralizzata. Oggi è lei la responsabile della gestione della città, ma nulla sembra essere cambiato e le parole diventano un'arma a doppio taglio.
Nella giornata di domenica 5 novembre – del 2017, non del 2014 – la Capitale si è fermata per alcune ore: il tempo che l'acqua venisse riassorbita da tombini e caditoie e si potesse tornare a circolare normalmente per le strade. Non è stata certo migliore l'esperienza dei pedoni e di quanti utilizzano i mezzi pubblici per spostarsi: le stazioni metro della linea A Cinecittà, Colli Albani, Battistini e Lucio Sestio sono rimaste inagibili per parte del pomeriggio.
Gravissimo l'allarme scattato all'ospedale Sant'Eugenio, come non ha mancato di sottolineare il consigliere regionale del Lazio di Fratelli d'Italia Fabrizio Santori: "Pronto soccorso allagato e persone in attesa evacuate dalla sala a causa delle infiltrazioni di acqua piovana che rendevano pericolosa la permanenza di pazienti e familiari nella struttura. Una situazione che ha dell'incredibile quella registrata poche ore fa nel nosocomio dell'Eur – ha scritto in una nota domenica 5 novembre - dove sono state sufficienti un paio d'ore di pioggia per determinare gravi infiltrazioni dal soffitto che hanno allagato il pavimento del Pronto soccorso. Le persone in sala d'attesa sono state fatte allontanare dall'area, tra lo sconcerto e lo sconforto per chi, in una struttura della sanità pubblica che dovrebbe essere sinonimo di sicurezza, ha dovuto invece constatare la fragilità della sanità targata Zingaretti. Ora vogliamo capire se si tratta dei lavori appaltati e conclusi recentemente per il giubileo straordinario, per questi motivi depositeremo un’interrogazione urgente. Un sistema ormai al collasso quello sanitario del Lazio, contrariamente alla favola narrata dal presidente della Regione che non riesce nemmeno a garantire pazienti, familiari e personale in un ospedale della Capitale d'Italia".
L'ennesima “bomba d'acqua”, come l'aveva chiamata Raggi nel 2014, prevista dai bollettini meteo, ma rimandata da sabato a domenica dalle nubi ballerine. Insoddisfatti anche i tifosi della Lazio che pensavano di passare il pomeriggio nel salotto di casa propria per il match contro l'Udinese. Campo impraticabile, partita sospesa: è stato questo l'impietoso verdetto.
Eppure nel 2014 Raggi sembrava avere le idee molto chiare su come affrontare i nubifragi e scriveva: “Siamo all'inizio di novembre... stagione delle piogge... Se il problema sono i tombini e le caditoie ostruite, suggerirei di ripulirle... se il problema sono i rami degli alberi pericolanti, suggerirei di potarli... che bloccare la città a giorni alterni non mi sembra una grande idea”. Forse, una volta entrata in Campidoglio, ha cambiato opinione in merito.
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