Nuoce gravemente alla salute: il cibo spazzatura in mostra al Margutta
Dodici artisti ritraggono il junk food in maniera dissacrante e provocatoria
Una mostra che diventa vera denuncia: 16 opere mettono in scena il dramma dell'alimentazione sbagliata nell'epoca dei fast food e del cibo spazzatura al Margutta Veggy Food and Art.
L'Ultima cena deturpata dalla famosa “M” del logo di Mc Donald's, patatine e merendine a formare un volto al posto che i classici vegetali di Giuseppe Arcimboldo, un Cristo che mangia la pizza da una scatola di cartone. I 12 artisti che partecipano all'esposizione hanno usato pennellate, ombre e simboli per stigmatizzare quello che ormai per molti è diventata la quotidianità a tavola. La nuova mostra "Junk Food ", voluta da Tina Vannini e curata da Francesca Barbi Marinetti e Marcello Francolini, sarà inaugurata giovedì 5 ottobre alle 19 presso gli spazi espositivi di via Margutta 118.
I visitatori potranno osservare gratuitamente la creatività sprezzante, ironica provocatoria e riflessiva di Dorothy Bhawl, Marco Colletti, Ezia Mitolo, Moby Dick, Antonella Pagnotta, Pier The Rain, Mauro Sgarbi, Elio Varuna, Corrado Veneziano, e per courtesy della Galleria Federica Ghizzoni di Milano, Sara Baxter, Giovanni Crovetto e Romana Zambon fino al 5 dicembre.
L'arte si schiera contro la mercificazione del cibo e l'alterazione dei prodotti alimentari. Il rapporto con la tavola diventa sempre più malato e si ripercuote su tutta la società.
"Stiamo mano a mano perdendo il valore simbolico del cibo, che si sta trasformando sempre più in un contenitore di elementi senza un'anima e deleteri per l’uomo e per il pianeta - spiega la titolare del ristorante Tina Vannini - è per questo che c'è bisogno di un messaggio forte, essenziale, simbolico, che solo l'arte può riuscire a dare. Le opere in mostra potrebbero sembrare talvolta blasfeme e irrispettose, ma c'è bisogno di uno spintone culturale rigoroso, quasi violento, per cambiare rotta".
Insieme alla mostra partirà anche la petizione che sarà pubblicata online a livello nazionale con la quale gli artisti chiederanno di regolamentare l’industria del cibo, come quella del tabacco, etichettando il “Junk Food” con la stessa scritta shock "nuoce gravemente alla salute".
Come spiegano i curatori, “è stata immaginata una mappa tematica che suggerisca un ordine per tipologia di approccio individuando cinque differenti sezioni: Ironie multinazionali, Disfunzionalità corporali, Scarto Sublime, De-teologizzazione e de-eticizzazione del patrimonio simbolicoeCarne".
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