Roma
Nuovo Stadio: “L'As Roma è solo utilizzatrice finale. Eurnova non ha titoli"
Cristina Grancio, capogruppo del Psi in Campidoglio interviene sulla battaglia legale tra As Roma e Eurnova su Tor di Valle
di Cristina Grancio *
Lo stadio della Roma non conviene più alla Roma che vuole abbandonarlo. I Friedkin, capaci di mettere su un team di legali, hanno capito che potevano con serenità dire addio a Tor di Valle e far finta che quel contratto di cui ora Eurnova chiede il rispetto può tranquillamente essere mandato nel dimenticatoio essendo la Roma, società sportiva, una mera utilizzatrice. E dove sarebbe la novità? Sono quattro anni che la sottoscritta dice, nelle sedi ufficiali e non, ribadisce alle varie facce dell’amministrazione che per poter utilizzare la legge “stadi” la AS Roma Spa doveva figurare come proprietaria dello stadio.
Più di tre anni fa fu protocollata una interrogazione nella quale si chiedeva al sindaco di rispondere:“Se la delibera 132/2014 e la successiva 32/2017 – la prima è quella Marino/Caudo sul pubblico interesse all’opera, la seconda è quella, sempre sul pubblico interesse, targata Raggi/Montuori – siano non legittime in quanto tese a favorire un soggetto privato, As Roma Spv Llc, società di cartolarizzazione del credito, in luogo della società sportiva, unico soggetto legittimato a beneficiare della procedura amministrativa semplificata”.
La pressione esercitata da Eurnova trova una sua giustificazione nell’interesse a portare a casa la variante urbanistica perché significherebbe acquisire diritti edificatori per 700.000 mc. Parnasi, dal suo punto di vista, opportunamente mira ad acquisire questi diritti edificatori, prescindendo dal fatto che la pandemia ha rivoluzionato con lo smart working il mercato immobiliare degli uffici anche perché la stessa pandemia sarebbe una buona scusa, in un secondo momento, per poter poi chiedere un cambio di destinazione d’uso di quelle cubature.
Ora l’amministrazione è nel pallone perché pressata dal proponente pensa che se fra i due non si troverà un accordo, le parti ricorreranno alle azioni legali. Se così fosse, mi domando che responsabilità ha questa amministrazione nel non aver mai voluto chiarire questo nodo che ora, per gli interessi di una delle due parti, è arrivato al pettine? L’amministrazione ha delle responsabilità sin dai tempi dell’assessore Berdini, che conosceva la problematica perché affrontata svariate volte nelle riunioni di maggioranza quando lui era ancora assessore all’urbanistica. Nota la questione di diritto a Luca Lanzalone e al stesso sindaco Raggi venutene a conoscenza tramite mail tra la fine del 2016 e inizio 2017, per poi essere riproposto nelle forme dell’ufficialità una prima volta presso l’Avvocatura capitolina, perché chiesi all’assessore Berdini, dimissionario con riserva, di protocollare i quesiti che riguardavano proprio il contratto fra Eurnona, la società di cartolarizzazione AS Roma SPV LLC e la Roma Spa, domande che venivano dal lavoro dei professionisti del Tavolo dell’Urbanistica. Berdini, in quell’occasione, protocollava le domande ed il giorno dopo dava le sue irrevocabili dimissioni a seguito di quell’improvvisata intervista o meglio di quella chiaccherata fatta con leggerezza.
Nei mesi successivi Lanzalone lavorerà alla nuova delibera stadio ed è un dato inconfutabile che nel menzionare la Roma nella delibera 132, non si farà più alcuna specifica né della dicitura Spa né tantomeno della dicitura SPV LLC. Ad una prima lettura sembrano essere venute meno entrambe. Nessuno è esente da responsabilità politiche. Vedremo se ci saranno altre responsabilità.
* Cristina Grancio, capogruppo Psi Roma Capitale