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Roma
Olimpiadi senza metrò, lago "vietato": tutti i dubbi sui Giochi

"Al di là delle presentazioni più o meno scenografiche di loghi o dossier, la credibilità della candidatura di Roma all’organizzazione delle Olimpiadi del 2024 passa per due snodi fondamentali: le scelte che verranno adottate a livello di trasporto pubblico e le soluzioni per il riutilizzo degli impianti una volta terminati i Giochi. Chi è stato chiamato a gestire un progetto di così ampio respiro non può non tenere conto che l’evento sportivo avrà una durata di poche settimane, ma ciò che sarà stato messo in campo a tutti i livelli avrà ripercussioni per decenni sulla città».
 
commenta l’ingegnere Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma -  Sul fronte del riutilizzo degli impianti realizzati – spiega Simoncini – bisogna assolutamente scongiurare quanto accaduto dopo Torino 2006: basti pensare allo stato di abbandono in cui furono lasciati ad esempio il villaggio olimpico, la pista di bob di Cesana o i trampolini di Pragelato. Ma anche realtà con una tradizione decisamente più virtuosa a livello di gestioni pubbliche, come Sydney, Montreal o Nagano, non sono state esenti da scempi di questo tipo. La destinazione delle strutture deve essere chiara fin da subito, decisa con procedure trasparenti e monitorata nel tempo: ciò che viene fatto per le Olimpiadi deve diventare un valore aggiunto permanente a beneficio della collettività. Altrimenti per anni si continuerà a parlare dell’ennesima occasione persa e degli sperperi finanziari, come accaduto proprio a Roma per i Mondiali di calcio del 1990 o per quelli di nuoto del 2009.
Un ruolo chiave lo avrà anche il fronte trasportistico, soprattutto considerando che nessuno dei tre poli principali che dovrebbero ospitare le gare è attualmente raggiunto dalla Metropolitana: per il Foro Italico non si può prescindere dalla chiusura dell’anello ferroviario, attesa ormai da decenni; per Tor Vergata bisognerà scegliere tra il prolungamento della linea A o della C, con tutte le incognite del caso su tempistiche e costi; la Fiera di Roma si trova sulla direttrice della ferrovia che serve l’aeroporto e che vanta già un carico notevole di viaggiatori. Da chiarire anche la situazione di Colosseo e Fori Imperiali, che nel 2024, almeno secondo i progetti iniziali, dovrebbero essere interessati dai lavori per il prolungamento della Metro C verso la parte nord della città».

"Ci sono poi altri punti su cui abbiamo enormi dubbi -  denuncia il segretario dei Radicali Italiani Riccardo Magi, promotore del referendum sulle Olimpiadi, a margine della presentazione del dossier olimpico -  si parla di un eredità che le olimpiadi dovrebbero lasciare alla città di Roma, ma non si capisce quale dovrebbe essere l'eredità del progetto principale, quello del villaggio olimpico di Tor Vergata dove sono previsti ben 17 mila posti letto quando al Campus universitario ne servirebbero al massimo mille. Senza considerare la distanza del villaggio dal Foro Italico, sede principale delle gare".
"Il lago artificiale di 2,5 chilometri di lunghezza da realizzare nei pressi della Nuova Fiera di Roma ricade nell'area di massimo vincolo di sicurezza dell'aeroporto di Fiumicino dove è rigorosamente vietato realizzare bacini di acqua artificiale. Tutto questo - ha aggiunto - ci fa dire che è stupefacente la superficialità con cui il Coni e il Comitato promotore stanno preparando la candidatura ed è altrettanto stupefacente che Tronca e Zingaretti non abbiamo sollevato alcuna obiezione".

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