Roma

Omicidio a via Margutta: il giallo che sfiora la Chiesa e la massoneria

Ne “I delitti di via Margutta” di Giancarlo Capaldo gli intrighi della Roma magnifica e corrotta

di Patrizio J. Macci

Il romanzo di Giancarlo Capaldo, che dopo quasi mezzo secolo ha appeso la toga al chiodo per raggiunti limiti di età, è un'opera di fantasia che ricorre però alla sua esperienza e alla sua memoria di magistrato. Molte vicende e molti personaggi hanno tratto ispirazione diretta dalla sua lunga esperienza nelle aule di giustizia.

Il protagonista, un principe romano - ha dichiarato Capaldo - è stato ritagliato su due persone esistenti, una delle quali molto conosciuta nella Capitale. Pochi sono quelli che riusciranno a dargli nome e cognome, anche se la copertina del volume suggerisce una traccia. E’ un giallo al quadrato quindi ambientato in una Roma magnifica, lercia e corrotta, permeata da una bellezza perversa e ammaliatrice. Politici, finanzieri, imprenditori, prelati, massoni, magistrati, agenti segreti, donne fatali e lascive.

Capaldo nella sua lunga carriera è stato responsabile della Direzione distrettuale antimafia di Roma e del pool antiterrorismo, autore di importanti indagini sull’eversione nera, i desaparecidos dell'America Latina, il sequestro Orlandi, la banda della Magliana, gli scandali della P3 e quelli di Finmeccanica e Telecom-Fastweb. Un giallo con una struttura complessa limato secondo le regole classiche del canone, tempestato da improvvisi colpi di scena.

Scritto nei mesi del lockdown forzato, vede come protagonista una coppia di principi intraprendenti e annoiati che per passare (anzi ammazzare) il tempo si dedicano, appunto, ai morti ammazzati: Gian Maria Ildebrando Del Monte di Tarquinia, instancabile giocatore di golf, amante del pericolo e di automobili lussuose, e la meravigliosa Gloria Palazzoli, insofferente alle regole e al protocollo formale dell’alta società. Con loro il fedelissimo Oliver, maggiordomo inglese, già alle dipendenze di Buckingham Palace, che si distingue per il suo rigore estetico in salsa british.

Il terzetto precipita in una serie di delitti brutali, che né la polizia né la magistratura riescono a risolvere: l'evento scatenante è l’omicidio durante un vernissage in via Margutta di una contessa amica del principe.

Il cuore pulsante della storia è proprio via Margutta, la "strada degli artisti", da sempre l'arteria romana con il maggior numero di atelier d'arte e dove parecchi pittori hanno deciso anche di vivere. Non sfuggirà al lettore attento una eco della pasta dei migliori Fruttero & Lucentini d’annata.

Capaldo ha già dichiarato che tornerà sul luogo del delitto anzi del romanzo con un seguito. Del resto la Chiesa romana apostolica sopravviverà anche a personaggi come il cardinale che l’autore chiama Anonimo. Un innominato innominabile tutto da leggere.

Giancarlo Capaldo

I DELITTI DI VIA MARGUTTA

CHIARELETTERE DICEMBRE 2020