Roma
Omicidio Cerciello, giudici appelllo: “Imputati sapevano fosse un carabiniere"
Finnegan Lee ha avuto una condotta ''del tutto abnorme rispetto a quella posta in essere dal vicebrigadiere Cerciello"
Gli americani Elder Finnegan Lee e Natale Hjorth sapevano che Cerciello fosse un carabiniere. È quanto emerge dalle motivazioni dei giudici di Appello di Roma, secondo cui è "d'altra parte pienamente provata l'avvenuta qualificazione verbale in un contesto in cui entrambi gli imputati prendevano coscienza di quanto veniva loro indicato".
Elder Finnegan Lee ha avuto una condotta "del tutto abnorme rispetto a quella posta in essere dal vicebrigadiere Cerciello" e ha "deliberatamente perdurato nella propria azione aggressiva sino a condurla al tragico compimento". L'altro americano, Gabriele Natale Hjorth, ha avuto invece un ruolo di "organizzatore" e di "aizzatore" di Elder. È quanto scrivono i giudici della Corte di assise di Appello di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 17 marzo hanno ridotto a 24 anni e a 22 anni le condanne rispettivamente per Finnegan Lee Elder e per Gabriel Natale Hjorth, i due americani condannati in primo grado all'ergastolo per l'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso con undici coltellate il 26 luglio del 2019.
Omicidio Cerciello, la ricostruzione dei giudici di Appello
Nelle quasi 300 pagine di motivazioni i giudici ricostruiscono i tragici fatti e le condotte dei due imputati. Sull'autore materiale dell'omicidio, i giudici di Appello scrivono che "è corretto sostenere che Elder avesse avuto piena contezza del significato della parola carabinieri più volte pronunciata sia da Cerciello e Varriale e che la avesse udita con chiarezza e ritenuta pienamente rispondente al vero". Per i pm l'imputato "ha deliberatamente perdurato nella propria azione aggressiva sino a condurla, non senza veemenza esagerata, al tragico compimento". "Un'azione del tutto abnorme rispetto a quella posta in essere" dal militare, "non solo per il mezzo usato (un coltello di 31 cm, con elsa a protezione della mano offensiva, con 18 cm di lama tagliente zigrinata, ad uso militare), ma anche alla luce delle modalità efferate di esecuzione della condotta (11 coltellate su entrambi i fianchi, in serie e a danno di molteplici organi vitali)".
Sul ruolo invece di Natale Hjorth, i giudici scrivono che "è piena l'adesione" all'aggressione e che l’americano ''si è coerentemente recato alla riunione insieme ad Elder ben consapevole che questi fosse munito di coltello, e anzi ragionevolmente sentendosi tranquillo a seguito del porto dell'arma da parte del sodale, senza minimamente tentare di indurlo a desistere dal recarsi armato allo scambio, e nell'ambito di una suddivisione dei ruoli. Ha mostrato un atteggiamento del tutto insensibile all'esito dell'accoltellamento del vicebrigadiere, omettendo, oltre di intervenire personalmente, anche solo di invitare l'amico ad un doveroso soccorso, piuttosto invitandolo a fuggire (''it's enough''), come poi effettivamente avvenuto".
'Pur non provata con certezza la circostanza per cui sia avvenuta la qualificazione a distanza con la preventiva esibizione dei tesserini - spiegano i giudici - è d'altra parte pienamente provata l'avvenuta qualificazione verbale in un contesto in cui entrambi gli imputati prendevano coscienza di quanto veniva loro indicato anche per la situazione di relativo silenzio circostante dovuto all'ora notturna e all'assenza di traffico veicolare''. ''Nei primi attimi dello scontro Cerciello tenta invano di convincere Elder a desistere dall'azione pronunciando le parole 'fermo, fermo, carabinieri''' poi durante l'aggressione il militare dell'Arma ''emette strilli e rantoli di dolore'', come provato dalle dichiarazioni dei due americani.