Roma

Omicidio Cerciello, Natale Hjorth: “Da bendato mi dicevano che l'avrei pagata”

L'americano racconta durante l'udienza i momenti passati mentre era bendato nella caserma di via Selci

“Mi hanno tenuto con gli occhi bendati per 45 minuti, cercavo di capire cosa stesse succedendo, percepivo la presenza di molte persone attorno a me e qualcuno mi diceva: hai i minuti contati”. Queste le parole pronunciate da Christian Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani condannati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega

Hjorth è stato sentito come parte offesa durante il processo che vede imputato , davanti al giudice monocratico, Fabio Manganaro, il carabiniere accusato di aver bendato nella caserma di via in Selci il giovane americano dopo il fermo.

Omicidio Cerciello, l'udienza del 25 maggio

Davanti al giudice Alfonso Sabella e al pm Maria Sabina Calabretta, Hjorth ha ricordato le fasi dell’arresto, avvenuto nel luglio del 2019 a Roma, poche ore dopo la morte del carabiniere Cerciello, ucciso con 11 coltellate. “I carabinieri sono arrivati armi in pugno nella nostra stanza dell’albergo, ci hanno fatto spogliare e fare flessioni nudi, ci hanno scattato foto con telefonini. Poi ci hanno fatto rivestire e ci hanno portato fuori, poco prima di farmi salire in macchina mi hanno messo una tovaglia in testa. Avevo paura, non sapevo dove mi stessero portando, e se provavo ad alzare la testa mi davano gomitate” ha riferito Hjorth rispondendo in italiano alle domande.

“Quando siamo arrivati in caserma mi hanno portato in una stanza, mi hanno tolto la tovaglia dalla testa e mi hanno buttato faccia a terra, mi hanno ammanettato e preso a ginocchiate. Poi mi hanno messo su una sedia e da dietro qualcuno mi ha bendato. In quella situazione, sentivo che mi dicevano, hai i minuti contati, la pagherai. Dopo una quarantina di minuti mi hanno tolto la benda dagli occhi e ho visto un bel po’ di gente nella stanza, chi in divisa e chi no. A quel punto Varriale (il carabiniere collega di Cerciello, ndr.) mi ha chiesto se lo riconoscessi” ha detto Hjorth, assistito dagli avvocati Francesco Petrelli e Fabio Alonzi.

Durante l’udienza del 25 maggio, è stato sentito anche uno dei carabinieri presenti in quei momenti nella caserma di via in Selci, il quale ha riferito che nella stanza c’erano “una trentina di persone, con Natale che si trovava al centro, ammanettato e con la benda in testa”. “Una persona bendata era una circostanza che non avevo mai visto. Natale era spaesato e parlava in italiano” ha detto il militare.

La riduzione di pena in secondo grado

Per Hjorth la condanna in appello è scesa dall’ergastolo a 22 anni mentre per l’altro americano, Finnegan Lee Elder, la condanna è passata dall’ergastolo a 24 anni in secondo grado. Manganaro, difeso dagli avvocati Roberto De Vita e Valentina Guerrisi, è accusato di misura di rigore non consentita dalla legge.