Roma

Omicidio Primavalle, la Chiesa: “Segno che la nostra civiltà è degradata”

Sul tragico omicidio della 17enne a Primavalle, interviene il vescovo ausiliare per la parte ovest della Diocesi Baldo Reina

L'omicidio di Michelle Causo, la 17enne uccisa e lasciata in un sacco della spazzatura a Primavalle, ha sconvolto Roma. La Chiesa: “La ragione va cercata nel persistente degrado della nostra civiltà in cui i giovani sono vittime sacrificali di un sistema alienante”.

Queste le parole con cui Baldo Reina, vescovo ausiliare del settore ovest della Diocesi di Roma si è espresso sul tragico fatto di cronaca. «L’omicidio di Primavalle a Roma della giovanissima Michelle Maria Causo - ha detto il vescovo - ci interpella come Chiesa e come Società Civile. Non possiamo essere silenti perché quanto è avvenuto è assurdo, inconcepibile, puro scatenamento di una folle violenza e sfrenata distruttività. La ragione va cercata nel persistente degrado della nostra civiltà in cui i giovani sono vittime sacrificali di un sistema alienante, incentrato sull’inaridimento della vita interiore e sulla insubordinazione rispetto alle regole della civile convivenza. È evidente che il presente in cui vivono immersi è segnato da una crisi valoriale che le giovani generazioni hanno ereditato dagli adulti, sì, quasi fosse una sorta di pendolo che oscilla tra lo stordimento mortifero e il disinteresse per tutto”.

“Serve un rilancio delle agenzie educative”

“Se il disagio è soprattutto culturale - prosegue il vescovo Reina - non ci sono rimedi a portata di mano, se non un rilancio delle agenzie educative, famiglia, scuola, associazioni, movimenti e comunità cristiane, in grado di contrastare, attraverso la testimonianza, quella nociva deriva del pensiero, lo stordimento dell’anima e la dilagante ignavia che non danno gioia alcuna. La speranza, dunque, è quella di un cambiamento negli stili di vita e nel significato stesso da attribuire all’esistenza umana”.

“Chi uccide non riconosce il valore della vita umana”

“Quando si arriva ad uccidere - è il giudizio del vescovo - è evidente l’incapacità, da parte di chi commette l’efferato crimine, di cogliere il valore inestimabile della vita. E se a farlo è un giovane ai danni di una sua coetanea, siamo tutti chiamati in causa per aver fatto troppo poco o addirittura essere stati latitanti nell’affermare la forza dell’amore, unico antidoto contro gli oscuri presagi del nostro tempo. E se poi di giustizia vogliamo parlare, essa si potrà ottenere nella misura in cui sapremo sanare ciò che è davvero malato: il cuore della persona umana, indipendentemente dall’età anagrafica. Perché nessuno può dire io non c’entro! Come Diocesi di Roma - conclude il vescovo - ci stringiamo nella preghiera attorno ai familiari di Michelle Maria, soprattutto alla cara mamma, esprimendo le nostre più sincere condoglianze per l’immenso dolore che li ha colpiti”.